Guzzi da paracadutismo

 

Fortunatamente il papa di Olga sta meglio,
vediamo ora quali danni neurologici rimarranno dopo la riabilitazione. Ho scazzato parecchio con i dottori e dopo due settimane ancora non abbiamo una diagnosi ma solo ipotesi cliniche che nessuno si è degnato di confermare. Cmq il pericolo di vita ora non sussiste ed ha avuto un recupero spontaneo dopo il ciclo di antibiotici. Se era grave sarebbe probabilmente morto con tante grazie alla noncuranza del centro ospedaliero.

Veniamo al viaggio..
tra un paio di settimane mi rimetto in strada, per qualche migliaio di km, probabilmente verso la penisola più lunga del mondo: la bassa california.

Sarà un ritorno alle origini visto che l’ultima volta che ci misi piede e gomma è stato 3 anni fa, dopo solo un paio di mesi di viaggio. Da pivello, senza conoscenze fotografiche rilevanti ne attrezzatura ne consapevolezza della ricchezza di biodiversità e storie presenti in questa lunga striscia di deserti.

La foto che vedete appartiene invece al passato, ad un paio di mesi fa, quando mi ficcai in testa di andare nel punto più alto da dove si lanciano i paraglider con il parapendio. Il povero ferro si è sorbito la sua razione di buche, sassi e colpi ma, come sempre granitico e caparbio, è arrivato a destino con due persone sopra!

E’ stato emozionante scoprire tra i lettori del blog MASSIMO di CORMASMOTORS.COM che lavorò come responsabile tecnico in Guzzi proprio quando svilupparono il Ferro, è lui il dottor Frankenstein che misa a punto la versione della California che guido. E mi ha redarguito di non cambiarla (e chi lo ha mai pensato?) perché di ferracci robusti come il mio non ne fanno più.

Lunga vita al pompone.

Ci sentiamo presto.

 

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