Harley Davidson: perché è uno status symbol?

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Era il 1969 quando usci nelle sale il cult-movie “Easy Rider” con James Fonda, Dennis Hopper ed un giovanissimo Jack Nicholson. La storia narra di due motociclisti che, a bordo del loro mitico chopper, percorrono gli Stati Uniti da Los Angeles alla Lousiana. Il film riscosse subito un grande successo non solo come “manifesto” della nuova cultura giovanile ma soprattutto come inno alla libertà, al divertimento e alla spontaneità contrapposti al perbenismo borghese.

Per molti “Easy Rider” rappresenta il road-movie per eccellenza ma sarebbe stato lo stesso se, al posto delle magnifiche Harley Davidson, i due attori avessero guidato un altro tipo di moto? In molto sono pronti a giurare che il motore rombante e quello stile di guida, che spesso di traduce in stile di vita, siano inimitabili e che abbiano contribuito a dare linfa vitale ad una generazione, quella degli anni ’60 e ’70, in cerca di nuovi codici ed identità.

Ecco perché anche nel 2013, possedere un Harley Davidson significa possedere uno Status Symbol, più che una moto uno stile di vita da percorrere “on the road”. Da 110 anni la casa motociclistica americana si impone nel mercato internazionale con la sicurezza di avere l’esclusiva di un “prototipo di una motocicletta per eccellenza”. Cinque miliardi e mezzo di dollari sono il fatturato della Harley Davidson Spa oggi. E’ evidente che i fratelli Davidson, dal 1907 ad oggi, di strada ne hanno fatto parecchia.

Oggi il marchio storico propone cinque modelli di motocicletta: Sportster, Softail, VRSC, Touring e Dyna con trazioni diverse a seconda del modello. Ogni anno, ogni nazione del mondo, ospita il raduno di Harley Dadson, segnale evidente che il “mito” vive ancora. E per concludere vi possiamo segnalare gli annunci di Harley Davidson su autoscout24.it.

Per chi fosse interessato all’acquisto di un modello nuovo o usato.