Il viaggio 2011 di Marcello Carucci - Italia direzione Uzbekistan

Austria - Ungheria - Romania- Moldova - Trasnistria - Ucraina - Repubblica Autonoma della Crimea - Russia- Kazakistan andata e ritorno km 17.300

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E’ il 21 luglio del 2011, sono le ore 18,15, parto da Roma  per un nuovo tour: destinazione Uzbekistan.

Intorno alle 0.35, nei pressi di Venezia, faccio una prima sosta, mangio un panino, prendo un caffè, mi copro di indumenti termici e continuo il mio viaggio nella notte un po’ gelida.
Alle 4.30 del mattino del 22 luglio entro nella bellissima Austria, il tempo è nuvoloso e nonostante sia coperto con pantaloni e maglie termiche, sento freddo.  Fortunatamente non piove, spesso incontro banchi di nebbia e percepisco la forte umidità che mi entra nelle ossa.
Alle  6,30 faccio nuovamente una sosta breve in un autogrill, dove, per scaldarmi, prendo un the caldo associato ad un caffè che deve tenermi sveglio. Il viaggio è lungo farò la mia prima sosta in Romania, fino ad ora ho viaggiato per dodici  ore e percorso 923 km.
Alle 8 entro nella splendida Ungheria, ormai attraversata nei miei viaggi per ben otto volte, la temperatura è leggermente più alta, segna 11 gradi, faccio una sosta e approfitto per assumere cibo.
Purtroppo a Budapest c’è un festival, quindi devo fare una strada alternativa che determina un rallentamento sulla tabella di marcia.
Alle 17 sono in Romania, sposto le lancette dell’orologio un’ora avanti per il fuso orario e continuo a viaggiare fino alle 19, giunto a Deva, trovo un motel.
Il giorno successivo, suona la sveglia alle 4,30. Come mia abitudine faccio una ricca colazione e alle 5 salgo in moto per proseguire il viaggio fino alle 10,30. Effettuo una sosta e mi rifocillo.
Mi trovo a 90 km dalla città di Brasov, il tempo è ottimo e mi diverto molto con la mia moto sulle strade di montagna, con curve e tornanti, e sui rettilinei, dove posso scaricare buona parte dei cavalli del mezzo. La polizia è assente,  per cui ho una andatura piuttosto veloce.
Alle 15,45 mi trovo a Vaslui, ormai nelle vicinanze del confine Romania/Moldova, mi riposo 15 minuti per affrontare con più vigore la burocrazia in dogana.
Nel frattempo osservo il panorama della campagna avvolto dal silenzio e da una sorte di pace interiore. Poco dopo sono in frontiera, supero i vari controlli e mi dirigo nel paese di Carpineni, un villaggio tra le campagne a 70 km da Chisinau capitale della Moldova.
Alle 18,30 sono a casa avendo percorso 2435 km .
Ceno con un piatto a base di Bors e a seguire, gastronomie di piatti tipici moldavi.
Intorno alle 22 vado a dormire 
Il giorno successivo mi sveglio alle 7,30 dopo un lungo sonno, interrotto solamente da un forte crampo alla gamba destra, causato sicuramente dai muscoli affaticati durante il viaggio.
Inizio la giornata con una colazione a base di invirtita e caffè.
Successivamente  preparo i bagagli per il viaggio che continuerò con Silvia dal primo agosto per arrivare in Uzbekistan.
In ultimo un controllo generale alla moto.
 Il 25 luglio  mi dirigo a Hancesti dove effettuo delle compere, rientrato in casa mi metto a lavorare al pc tenendo informati alcuni forum motociclisti del mio viaggio. Nel tardo pomeriggio intorno alle 18 mi tengo allenato facendo jogging  tra le campagne circondate da coltivazioni di vigneti e girasoli.
Il 27 luglio faccio una visita a Chisinau, faccio spese e colgo l’occasione per pranzare al mio solito ristorante (ormai da 6 anni) per poi rientrare a casa in tardo pomeriggio.
Dopo  aver cenato, prendo la moto e faccio un giro nelle vicinanze andando a Mingir, un paese distante  pochi km, una delusione: per le strade, tolto un numero di persone che non coprono le dita delle mie mani non vedo nessuno, sembra che ci sia il coprifuoco, le strade sono completamente prive di luce, non esiste illuminazione, non vedo case neanche illuminate, d’altronde la Moldova e tra i paesi più poveri al mondo.
Mi metto ad osservare il cielo stellato, c’è una grande pace e silenzio, interrotto solamente da numerose cicale e da alcuni cani che abbaiano, spesso vedo venir giù meteoriti in un cielo limpido ed esprimo alcuni desideri, uno tra tanti: che il viaggio vada per il meglio.
 Il 29 luglio, nel pomeriggio, a cavallo della mia moto con zaino in spalla pieno di giocattoli, cappellini, magliette, incontro dei bambini ai quali consegno il tutto mentre ai più grandicelli molti dei quali già conosco, faccio a fare un giro sulla  moto.
La gratificazione e la gioia in me è tanta e capisco come con poco si può aiutare il prossimo  mi rattrista però , vedere bambini scalzi, sporchi, che si dedicano al pascolo di bovini, caprini  e guardandomi, magari sognano un giorno di possedere una moto o una vita migliore, o forse un paio di scarpe che attualmente non possono permettersi.
I loro sorrisi mi rimangono impressi e mi commuovono.
Il 30 luglio è il giorno di arrivo di Silvia all’aeroporto di Chisinau, purtroppo le previsioni meteo confermano pioggia con grandinate, la cosa mi preoccupa, perché fare 140 km tra andata e ritorno non è piacevole. Alle 15,40 osservo il cielo ,è minaccioso, nuvoloso si  prevede  un forte temporale,
cerco di anticiparlo, salgo in moto e via veloce verso la capitale, durante il tragitto riesco a prendere poca pioggia, mentre alcuni centri, tra cui la capitale, li trovo letteralmente allagati con detriti e fango. Nel percorre la  strada presto molta attenzione per non scivolare.
Alle 17 sono all’aeroporto ma vedo con molta malinconia che l’aereo partito da Roma con Silvia viaggia un’ora di ritardo. Attendo con pazienza. Alle 19,20 c’è lo scalo di Silvia, si caricano le valigie sulla moto e via veloci verso casa. Si cena insieme ai suoi familiari e ci dilunghiamo fino a sera tarda per poi augurarci una  buona notte.
Finalmente è il 1 agosto ,giorno di partenza per il nostro tour, destinazione Uzbekistan con visita a Samarcanda, Bukara  e Kiva.
Alle 6,15 ci si alza, ci si prepara, salutiamo i genitori di Silvia e alle 8 partiamo. Alle 9,50 siamo al confine Moldova /Trasnistria il cui  superamento è veloce.
Poco dopo  siamo nella temibile Trasnistria. Lo spostamento fin qui è stato piuttosto veloce abbiamo a nostro favore bel tempo e buone strade la media del viaggio è piuttosto alta, ma stiamo molto attenti alla polizia nascosta pronta a multarti in caso di infrazioni al codice stradale.  
Come nei viaggi precedenti lascio risolvere a Silvia tutta la burocrazia doganale, con la compilazione di moduli in cirillico, ahimè, so per  esperienza quanto sarebbe più complicato da solo. Ma nonostante ciò i poliziotti si inventano che dobbiamo  avere un altro modulo compilato, che nella precedente dogana non ci hanno consegnato. Secondo l’agente di polizia dobbiamo ritornare indietro, cosa che ci farebbe perdere moltissimo tempo. In cambio ci chiede spaghetti o souvenir, noi diciamo un secco no, alla fine, dopo un tira e molla di 30 minuti,  devo sborsare dieci euro e consegnarli di nascosto da occhi indiscreti. La cosa mi innervosisce anche se la somma è irrisoria,  è il gesto e la corruzione che mi fanno perdere il controllo e comincio ad imprecare.
Alle 12,05 siamo sul confine ucraino passandolo nella maniera più serena possibile. Continuiamo il viaggio e alle 19,30 siamo in un bel motel nella località di Primorsk.
Il 2 agosto ci alziamo a fatica, prima della partenza controllo il livello dell’olio della moto, ne manca un po’,  lo  aggiungo e subito dopo in marcia;  alle 9 siamo sul confine Ucraina/Russia, mettiamo l’ora dell’orologio  un’ora avanti per via del fuso orario .Difficoltà su difficoltà burocratiche ci fanno perdere molto tempo alla fine alle 12 entriamo stressati in terra  Russa.
Dopo tre ore di viaggio, alle 15 facciamo sosta ad un benzinaio, pranziamo e ci riposiamo: fa un caldo insopportabile .
Ripreso a viaggiare incontriamo dei grandi sciami di cavallette che, ad occhio, sembrano grandi come passeri, sono a migliaia, molte le travolgiamo con la moto, parecchie ci urtano sui caschi in modo violento, sembrano sassate ..mai visto niente del genere rimaniamo sbalorditi. 
Viaggiamo fino alle 21  per poi alloggiare in un confortevole motel al prezzo di 1200 rubli.
3 agosto:  ci svegliamo alle 5,30, come routine colazione e partenza, purtroppo, durante il nostro percorso di viaggio, alle 9.10,  dobbiamo fermarci e a malincuore coprirsi con tute antipioggia oltre che con indumenti termici, piove e fa freddo, percorriamo per oltre un’ora il nostro viaggio sotto le intemperie, fortunatamente torna  il sereno, ma interviene un altro agente atmosferico, il vento. La guida diventa faticosa e si fa sentire sulle braccia e spalle, la moto spesso assume una posizione inclinata a causa delle raffiche di vento e devo fare molta attenzione a non perdere il controllo del mezzo.
Alle 14 siamo in frontiera  Russia/Kazakistan, la stessa che abbiamo affrontato nel 2008, mettiamo ancora avanti di un’ora le lancette dell’orologio. Le pratiche burocratiche sono velocissime, continuiamo il nostro viaggio affrontando  strade sconnesse e la steppa che ai nostri occhi si presenta come una grande pianura secca, costituita da erbe per lo più graminacee ed arbusti. Osserviamo alcune abitazioni,  sono in fango e paglia, mentre le migliori in muratura.
Ci fermiamo e scattiamo qualche foto, riprendiamo con la telecamera, un kazako dalla sua abitazione ci nota , è a torso nudo, si mette una camicia e viene a conversare con noi.
Silvia ci fa da interprete, lo salutiamo e  ricambio con un omaggio di un cappellino ed una maglietta, la sua cortesia di averci invitato nella sua abitazione.
Nel nostro prosieguo  incontriamo mandrie di bovini e cammelli che pascolano  liberamente, mentre  incrociando autovetture gli automobilisti  suonano il clacson  e ci salutano con la mano.
Non è cambiato niente,  è il Kazakistan che abbiamo conosciuto nel 2008, le strade in buona parte disastrate, la steppa calda e rovente, la gente sorridente e cordiale.
Siamo felici di rivivere una nuova esperienza , spingendoci più a sud.
In serata, arrivati ad Atyrau situata sul fiume Ural, andiamo a pernottare allo stesso albergo che utilizzammo nel nostro precedente viaggio. Si ricordano di noi e della moto,  siamo rimasti nei loro cuori l’accoglienza è commovente. Alle 21 andiamo a cenare al centro e alle 23,30 andiamo a riposarci.
Il giorno seguente la sveglia suona alle 6,  alzarsi è un’impresa,  i segni del viaggio di ieri sono presenti nei nostri visi, ho le mani gonfie, la cervicale dolorante,  le spalle indolenzite e anche Silvia accusa qualche acciacco. Mi affaccio alla finestra e vede il cielo nuvoloso,   tira vento , dopo colazione si riparte immediatamente. Alle 13 siamo nella città di Oral. Ci organizziamo per arrivare ad Aktòbe  muniti di  taniche di benzina,  la tanica  vuota portata dall’Italia  a contatto con il terminale della moto era scoppiata forandosi , quindi ci restava   una tanica da 5 litri che si utilizza per acqua distillata e,  perciò, poco affidabile. Ci mettiamo alla ricerca di qualcosa di più adatto  tra i mercati,  ma niente da fare, è come trovare un ago in un pagliaio , decidiamo di non perdere tempo,  compro una tanica da 5 litri di acqua minerale,   la svuoto e riempio entrambe le taniche di benzina, più il pieno alla moto e una bottiglia  di plastica da due litri. Ci prepariamo ad affrontare  una buona parte della steppa dove non si  trovano   benzinai per oltre 350 km. Spesso durante il cammino ci fermiamo e controlliamo le taniche che con il calore si dilatano , svitiamo lentamente i tappi ed eliminiamo l’aria , azione molto delicata, ma  se una delle taniche o bottiglia dovesse scoppiare sarebbe la fine. ….. non ci resta altra soluzione, affrontare il cammino  coscienti del serio pericolo 
Per evitare di avere  a  contatto diretto  tra le mie spalle ed il corpo di Silvia il combustibile ad ogni diminuzione del livello di carburante nella moto ci fermiamo a riempire il serbatoio con le nostre scorte.
Alle 21 entriamo in città dalla via principale,  riesco ad arrivare anche qui all’albergo che  utilizzammo nel 2008.
Il 5 agosto mi alzo alle 6 lascio,  Silvia dormire e vado a prendere la moto nel  parcheggio custodito, faccio delle operazioni di manutenzioni, cambio le pasticche anteriori e cambio olio al motore. Ritorno in camera,  facciamo colazione usciamo dall’albergo alle 8 e ci avviamo ad un bancomat per prelevare 30.000  tenghè.
Ci organizziamo nuovamente con le taniche di benzina, ci copriamo con indumenti termici la temperatura si è notevolmente abbassata, ed affrontiamo un'altra volta la steppa.
Alle 16 conosciamo  un polacco Robert, con una moto da fuoristrada fortunatamente parla il russo, faccio chiedere da Silvia quali siano le condizioni stradali e la risposta che è una fucilata al cuore .
Andare giù con la mia moto è impossibile,  non per lo sterrato che io stesso  ho attraversato più volte ma per le  dune di sabbia  che avremo trovato di li a poco. Robert  con una moto adatta, aveva rischiato di rimanere intrappolato tra una duna e l’altra. Ci chiede per informazioni sulle  condizioni stradali del nostro percorso già effettuato, e se c’erano benzinai nelle vicinanze.
Tenacemente  non voglio mollare, aspetto che passi qualcuno per avere informazioni in merito alle strade, passano dei camionisti, li fermo e chiediamo informazioni su  quello  che avremmo trovato.
 Purtroppo mi confermano ciò che Robert poco prima ci aveva raccontato. Solo a questo punto desisto dall’ andare avanti,  mi sento crollare il mondo addosso …..Oltre 500 euro tra visti, una preparazione di un anno  e poi delle carte stradali tra le migliori non affidabili, purtroppo qui come in altri paesi il tutto può cambiare in meglio o peggio da un anno all’altro.
 Silvia propone di andare ad Astana, la capitale, e  visitarla oltre ad altre località.
Nel frattempo  si sta facendo buio e sulla via del ritorno ci fermiamo in un piccolo villaggio posto nel nulla, si chiama Konsomolsk, troviamo come alloggio una  camera senza doccia ed igienicamente non consigliabile ad un prezzo di 50 euro. Non accetto e proseguiamo. Sfortunatamente il buio aumenta e proseguire nelle steppa è rischioso. Ci fermiamo ad un benzinaio e decidiamo di rimanere qui  fino all’alba. Conosciamo  i gestori del distributore con i quali familiarizziamo. A tarda sera incomincia un via vai di macchine con a bordo ceffi e balordi, tra  cui un individuo  uscito da poco dalla galera, osservano la moto parlano  in Russo con Silvia chiedendo la nostra direzione di viaggio, ma noi diamo informazioni opposte alle nostre prospettive.
L’ex galeotto tranquillizza Silvia affermando di non essere  pericoloso, dopo un po’ se ne vanno, Silvia mi comunica che è meglio andare perché secondo lei sarebbero ritornati, ma affrontare la steppa di notte non era il caso, non conoscevamo le strade, inoltre le  macchine  viaggiano nella notte a folle velocità, senza fari, con  ubriachi al volante. 
Dopo poco ritornano con più persone, la cosa mi mette tensione, ma alla fine era per fare benzina e salutarci.
Cerco poco dopo di riposarmi un po’, ma intorno alle 2 si presentano due macchine; da un Mercedes escono all’incirca 8/9 persone, da un’altra di dietro altrettanti, fortunatamente si limitano a fare benzina e ad urinare davanti a gestori del distributore, i quali si sono chiusi a chiave per una loro sicurezza.
Si rivolgono a me vedendo 2 caschi e non vedendo Silvia che e’ appartata al buio, mi chiedono se sono da solo, confermo di si, uno di loro mi chiede se gli do un casco ma con fermezza dico di no.
Fortunatamente la moto l’ho coperta con il telo e quindi non l’hanno notata subito dopo ripartono sgommando nella steppa.
A metà notte incomincia un temporale e rinunciamo anche all’idea di andare ad Astana dove adesso avremmo trovato strade con fango .
Passiamo buona parte della notte al freddo, intorno alle 6 partiamo con la pioggia e dopo un’oretta lasciamo il temporale alle nostre spalle. Durante il ritorno spesso ho dei colpi di sonno che  mi costringono a  fermarmi e riposare  sdraiato al suolo  ai margini della strada. Chissà forse c’è stato un attimo che ho anche chiusi gli occhi mentre ero alla guida.
Alle 11 della mattina siamo nuovamente ad Aqtube, stesso albergo e stessa camera, dormiamo fino alle 19, dopodiché andiamo a visitare una moschea e conosciamo il guardiano, personaggio molto carismatico e acculturato, il quale ci onora della  la sua compagnia, spiegandoci la storia della moschea.
 Mi  colpisce il  grande lampadario di origine turca fatto in vetro dal peso di 4 tonnellate!
Alle 20 usciamo in città, alle 22,30 rientriamo in camera e con il fon asciughiamo una parte dei vestiti bagnati dalla pioggia.
Alle 23,30 andiamo a dormire.
Domenica 7 agosto,  alle 6,30 sono in piedi e come al solito osservo dalla finestra, il cielo appare sereno, meno male, speriamo che lo sia per tutta la giornata  perché dovremo attraversare durante il viaggio molto sterrato, la nostra direzione è verso la città di Oral, per proseguire verso Samara Russia, dove le strade sono migliori.
Alle 8 partiamo,  percorriamo per oltre 100 km brutta strada,  intorno alle 10  facciamo un break, il tempo è nuovamente brutto e fa freddo , siamo diretti verso Samara ( Russia) , continuiamo per fermarci nuovamente a pranzare intorno alle 12,  dopo una pausa di trenta minuti ripartiamo e finalmente il tempo migliora e cosi anche le strade, ne approfitto per aumentare la velocità. Durante il tragitto alle 15,30 vediamo nella nostra direzione kazaki che vendono frutta sulla strada, mi fermo, vado loro  incontro e distribuisco ai bambini giocattoli, palloncini da gonfiare e braccialetti, nell’occasione facciamo delle fotografie  e riprese con  la telecamera.
Per dimostrare la loro gratitudine nei nostri confronti ci consegnano una busta piena di mele, poco dopo li salutiamo e proseguiamo per il nostro cammino.
Alle 17,44 entro nel confine russo e chi incontriamo? Robert il polacco che in precedenza ci aveva sconsigliato di proseguire per l’Uzbekistan per presenza di dune di sabbia.
Ci aggreghiamo e passiamo il confine con lui, subito dopo lo salutiamo perché noi andiamo più veloci e dobbiamo recarci in Crimea. Alle 20 ci fermiamo in  un motel a circa 80 km da Saratov situato tra le campagne, nell’occasione facciamo amicizia con i proprietari del locale, Silvia parla con loro in Russo chiedendo un po’ di notizie , tra cui la situazione economica attuale, si lamentano della crisi . Sostengono  che si viveva più dignitosamente quando era Unione Sovietica, che andavano avanti con 1200 rubli.
Il giorno 8 lasciamo definitivamente alle nostre spalle la steppa  secca ed arida incontrando  un paesaggio  verde con piantagione di girasole. Siamo diretti a Volgograd. Alle 11 passiamo  per  Saratov,  durante la guida faccio un sorpasso dove non è consentito, la polizia munita di tele laser ci ferma e ci contesta l’infrazione, faccio il vago e parlo in italiano, comunico a Silvia di non intervenire parlando in russo, mi fanno accomodare in macchina mi chiedono i documenti, li mostro,  subito dopo soldi o souvenir. Affermo di non possedere nulla di ciò  e continuo a far finta di non capire. Subito mi restituiscono patente internazionale, libretto della moto e mi graziano. 
Solo dopo dico a Silvia di ringraziarli e parlare in russo, a quel punto i poliziotti ridono tra loro e si sentono presi in giro, nell’occasione continua il dialogo, ci chiedono informazioni sulla moto e del nostro viaggio, dopo poco entrambi li ringraziamo in russo e ci allontaniamo facendo molta attenzione alla strada. Nel pomeriggio attraversiamo Volgograd città, brutta e caotica, per un momento provo un po’ di panico, la moto si spegne a causa di  un riscaldamento e stenta a ripartire, la lascio riposare 5 minuti per riprovare in seguito .Questa volta non esita  e subito usciamo dal caos cittadino, per sostare in serata un motel in mezzo alla campagna ad un prezzo di 1500 rubli. 
E’ il 9 agosto,  alle 5,45 mi alzo,  Silvia la lascio dormire, rifletto sul nostro insuccesso per l’Uzbekistan dovuto al mezzo non adatto e mi convinco sempre di più che, con sacrificio,  dovrò sostituire la mia moto per i miei raid con una più adatta, una bella e potente enduro.
Alle 6,30 usciamo dal motel e partiamo per raggiungere Rostov percorrendo strade secondarie, solo dopo un’ora prendiamo la principale e intorno alle 11,30, ci fermiamo in un autolavaggio per far pulire il radiatore di raffreddamento e quello dell’olio,  imbrattati da fango preso nella steppa del Kazakistan. Una volta puliti la moto respira meglio e il livello di temperatura rimane più basso.
Alle 12 facciamo sosta pranzando con uova, purè e carote.
 Alle 14 arriviamo a Rostov e ci mettiamo subito alla ricerca di un albergo. Qui i primi problemi: hanno tassativamente disposizioni di non prendere stranieri, l’unico albergo che consente è quello di fronte all’aeroporto, velocemente vi arriviamo e prendiamo una camera, sistemiamo i bagagli e subito usciamo per recarci in banca per cambiare della moneta.
Successivamente rientriamo in albergo, ci facciamo una doccia, ci cambiamo e andiamo a visitare la città effettuando foto e riprese. In serata  ceniamo ed intorno alle 23 ritorniamo nel nostro alloggio.
Il giorno seguente ripartiamo, sul  il percorso avvistiamo un monastero ortodosso di sole monache, lo visitiamo con attenzione, è ben curato e custodito nella campagna a ridosso di un fiume, alle 18 siamo ad Anapa, una piccola città della Russia europea meridionale, situata sulla costa del Mar Nero  dove alloggiamo in un albergo al prezzo di 1700 rubli.  
L’11 agosto alle nove siamo nel porto per dirigerci in Crimea, anche qui, come al solito,è Silvia che si preoccupa di tutta la burocrazia e dei ticket per il traghetto e la moto. Alle 11,50 siamo in Ucraina, spostiamo indietro le lancette dell’orologio per il fuso orario, continuiamo a viaggiare fino a quando incontriamo mezzi militari, mi fermo e chiedo il permesso per fare foto, me lo consentono. Arrivati in Crimea, una Penisola sulla costa settentrionale del Mar Nero e Repubblica autonoma vi rimaniamo alcuni giorni, apprezziamo il panorama e le strade che mi ricordano la nostra bella costiera Amalfitana. Ho modo di rivedere alcune città, come Yalta e Simferopol, che visitai in solitaria nel 2003. Vi è vita e divertimenti, ma anche un po’ di caos.
Dopo alcuni giorni trascorsi in Crimea ripartiamo per rientrare in Moldova.
Il 19 attraversiamo nuovamente la Trasnistria nella parte più vulnerabile per noi stranieri, la parte dove la Russia possiede molti  rifornimenti  bellici.
 Subito problemi, mi contestano un’infrazione al codice della strada, un  pretesto per sfilarmi soldi, mi chiedono all’inizio 6500 lei moldavi, ma dopo trattative  arriviamo ad un accordo, pago 2900 lei, chiedendo una ricevuta che in seguito la  mostro in dogana moldova mi confermano essere una grande bufala: i soldi se li è messi in tasca l’agente di polizia. Vedendo il nostro nervosismo ci assicurano che tutti i motociclisti stranieri che passano di li vengono multati con un pretesto inesistente. La cosa non mi tranquillizza, chilometri e chilometri trascorsi su otto paesi  tra Europa e Asia,  varie dogane nessun problema,  poi ogni volta che si passa in Trasnistria la solita musica …
Nel pomeriggio siamo in Moldova dove ci riposiamo ed alterniamo delle visite nella capitale e città limitrofe.
La mattina del 24 agosto con Silvia mi reco in ospedale di Carpineni per prendere dei farmaci per i suoi familiari. Osservo nella stanza del dentista la dottoressa che esercita la sua professione a porta aperta, con molti pazienti nel corridoio ad attendere il proprio turno, tra i quali molti bambini.
Non si osserva la minima precauzione di igiene e privacy. Il medico opera senza guanti, mette le mani in bocca dei pazienti,  dubito anche sulla sterilizzazione degli utensili da lavoro.
Finisce il lavoro limitandosi a sciacquarsi le mani senza sapone ed asciugarsele  con un asciugamano .Tutto ciò  mi colpisce, ma  ancor di più  a fine prestazione  quando percepisce il proprio onorario con le sue mani e inizia subito dopo con un altro paziente senza lavarsi.
Il 26 mi reco da solo a Chisinau,  devo sostituire le gomme della moto che avevo spedito prima della mia partenza dall’Italia, l’operazione mi costa 2400 lei, poco più di 30 euro.
Il 27 agosto a Chisinau si festeggia con parata e fuochi di artificio il 20 anno di indipendenza  della Moldova dall’Unione Sovietica.
Il 28 agosto prepariamo i bagagli ed eseguo un controllo generale della moto 
Il 29 alle 7 suona la sveglia , ci si prepara e alle 8 tra le lacrime salutiamo i familiari di Silvia dandoci appuntamento al prossimo anno. Alle 8,50 siamo in frontiera, dieci minuti e siamo in quella romena anche qui molto veloci, continuiamo il viaggio di rientro, alle 19,30 siamo al solito Motel dove  facciamo sosta ormai da anni, ne approfittiamo per una cena al ristorante e poi a riposarci.
L’indomani mattina alle 6 ci alziamo ,ci copriamo  bene perché la temperatura è bassa siamo tra le montagne, ci organizziamo e subito partiamo.
Alle 14 siamo  in Austria ,  alle 18 in Italia e  sostiamo   al solito albergo di Ponteba  
Il 31 alle 16,30 siamo a Roma .avendo percorso in totale 17.300 km
 
Un ringraziamento alla mia compagna Silvia per aver superato brillantemente, questo ennesimo tour.
 
Un ringraziamento a tutti gli sponsor tecnici che mi hanno sostenuto :
Bergamaschi,Bertoni,Carrozzeria D’Amico, D.I.D ,Giali, Gensan, Gubellini, Due Ricami, Forbikes,Ferracci ,Mafra, Metzeler, Newfren, Nolan, Nissin, Tucano Urbano, Putoline, Xtreme components Rinolfi, Sixs, Teknoselle.
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Un grazie all’amico viaggiatore Adalberto Buzzin che mi ha seguito giornalmente per via sms ed email, incoraggiandomi sempre.
 
Un grazie di cuore al meccanico Piccari Claudio per l’ottima messa a punto della mia moto.
 
Saluto  tutti gli amici del Forum www.myktm.it, www.viaggiareinmoto.com ed il forum www.quellidellelica.com, i quali mi sono stati vicini, nei momenti più delicati 
Grazie a tutti e appuntamento al 2012 
www.marcellocarucci.it

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Ritratto di Faruh

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