Australia Twin. Capitolo 3 - Iran

"Tratto dal sito www.australiatwin.it"

Musica ‘triste’ e niente risate. Queste le cose che mi hanno sorpreso più di tutte appena giunto in Iran… mi spiego meglio: faccio qualche passo indietro e…

Entrare in Iran è stato difficile e facile al tempo stesso. Difficile perché la strada della nuova frontiera ‘Di mezzo’ che passa attraverso Van ancora non è pronta! Strade sterrate, fango e pietre in ogni dove. E guidare perennemente in piedi schivando i sassi lanciati dalle ruote di chi ti precede può diventare poco divertente…

Entrare in Iran è stato facile sotto il profilo burocratico: ho speso molto più tempo negli uffici turchi che in quelli iraniani e, appena varcato il confine, sono stato letteralmente assalito dai presenti: “Welcome in Iran!” il loro grido di battaglia! Ero stato avvisato della loro leggendaria ospitalità, ma avvertirla sulla propria pelle fa un effetto diverso. Snocciolo i miei chilometri iraniani in paesaggi montani e semidesertici, verso Tabriz, Zanjan e Tehran. Attiro l’attenzione di tutti e ho gli occhi di pedoni, guidatori e passeggeri letteralmente puntati addosso. In Turchia le moto sono molto costose e ti guardano come fossi uno spauracchio, in Iran sono vietate quelle sopra i 250 cc e ti vedono come un marziano! In compenso la guida è veramente ‘da pazzi’ e bisogna essere concentratissimi per evitare auto e motorini che ti sorpassano in ogni dove ed in ogni minima occasione. Trovare gente contromano in tangenziale non è una possibilità tanto remota ed anche i pedoni si comportano da bravi kamikaze, piantandosi davanti a te in ogni dove.

E in tutto ciò ti suonano e ti gridano “Hallo, hallo” e “Welcome” ad ogni angolo, giusto per rendere la tua guida ancora più impegnativa! Detto questo, sono fermo a Tehran per sbrigare un po’ di beghe e cercare il modo più ‘indolore’ per spedire la mia casa su due ruote fino in India. Il mio visto pakistano è scaduto prima che entrassi nel Paese e la locale ambasciata non li rilascia per nessuna ragione, dovrei tornare a Roma! Ecco perché, a malincuore, non potrò visitare il Pakistan e mi tocca trovare una soluzione alternativa. Ci tenevo, nonostante i pericoli annessi, a vedere questo Paese che tanti grattacapi mi ha regalato in fase di preparazione al viaggio. In compenso, grazie a questa pausa forzata a Tehran, ho avuto modo di parlare con molti e capire un bel po’ di cose in più circa l’Iran. Inizio con la più importante: in Italia non se ne sa assolutamente nulla. Da noi impera la più totale ignoranza e in molti, prima di partire sentenziavano solennemente: “Là (chissà dov’è questo là?!) ti ingabbiano se sei cristiano, ti derubano se capiscono che sei straniero e ti ammazzano se guardi le donne!” Una valanga di corbellerie infinite! Certo, qui vige la legge del Corano e non è assolutamente pensabile contestarla. Le donne sono obbligate (in Turchia dipendeva dalla famiglia) a coprirsi completamente e per gli uomini sono vietate le canotte ed i pantaloncini in pubblico. Non si vendono alcoolici ed i programmi satellitari e molti siti internet sono vietati (e bloccati). Addirittura, ai locali, sarebbe vietato parlare con uno straniero (me) per evitare di confidare informazioni contro il regime. Perché qui, ahimè, di vero regime si tratta. Dopo i brogli elettorali di due anni fa in molti, in tutto il Paese, sono scesi in piazza a protestare e in tanti sono stati uccisi, picchiati ed imprigionati (alcuni anche seviziati e stuprati nelle carceri). Potrei essere incarcerato anche io per quello che sto scrivendo in questo momento.

Ecco perché racconterò della mia esperienza nel mio sito (www.australiatwin.it) dopo aver lasciato il Paese, preferisco non rischiare di passere per ‘spia’. Per ora posso raccontare degli autobus divisi in due compartimenti (uno per uomini ed uno per donne), del divieto di ascoltare musica ‘allegra’ (!) e della possibilità di essere redarguiti se, durante il Ramadan, ci si lasci andare a sonore risate coi propri amici. Anche camminare con una ragazza può essere problematico: se non è un familiare o la propria moglie si viene condotti presso una stazione di polizia ed interrogati. I media sono appannaggio dei potenti e il voto di milioni di persone non conta nulla da quando le cose sono cambiate in peggio. Certo, anche da noi in Italia c’è da stare poco allegri: tutti i media sono controllati e in Molise (la regione che amo) si grida al ‘broglio elettorale’ dopo i recenti risultati.

Essere lontano da casa allevia un po’ il fastidio, ma il fegato è ancora ingrossato: sono partito anche a causa di chi ci governa! Lunghe chiacchierate ‘iraniane’ hanno convinto me ed interlocutori che Italia ed Iran non sono molto diversi e che soffriamo degli stessi problemi. Ed entrambi i Paesi sono ricchi: di arte, storia e attrazioni l’Italia, di risorse naturali l’Iran. Eppure gran parte della popolazione non beneficia di alcun benessere… Ed è paradossale come anche la religione svolga la propria missione: ingerenze nella politica, quantità smisurate di denaro e la presunzione di obbligare chiunque a comportarsi secondo i propri dettami.

Che si tratti di Corano o Bibbia, vivere secondo i loro principi è assolutamente contro natura e comporterebbe la soppressione di ogni istinto o passione. E, qui come in Italia, in molti si professano credenti per poi bere alcoolici, fare sesso prima del matrimonio ed evitare credenze obsolete e molto lontane dalla realtà. Io non vedo nulla di male nel vivere la propria vita e qui, come in Italia, stato e religione fanno di tutto per tenere una pressione elevatissima sulla popolazione. Pressione che, presto o tardi, genererà un effetto opposto e sarà vera rivoluzione. E chissà che non porti, finalmente, a raggiungere la libertà ed il benessere diffuso che tutti aspettano da tempo. Grande è l’entusiasmo dei giovani e la loro voglia di vivere in Iran e questo li condurrà verso un futuro migliore di quanto non sia adesso. Spero che i miei conterranei non perdano la speranza di poter fare altrettanto…