A-U-S-T-R-A-L-I-A

"Tratto dal sito www.australiatwin.it"

Nove lettere.
Detta così sembra una parola insignificante. Tre vocali, quattro consonanti. "Facile, no?" Eppure... Per come la vedo io, ogni lettera vale 25 giorni o, se preferisci, 2'300 km.

Tanto mi è 'costato' guadagnarmi ogni singola lettera. E dietro di ognuna di esse: fatica, sudore, polvere e... un mare di emozioni. È passato del tempo dall'ultima volta che ho scritto sul mio Diario su www.australiatwin.it perché ce n'è voluto di tempo prima di realizzare dove fossi e cosa stessi facendo. Sono sbarcato in un mondo assolutamente nuovo, diverso da quanto incontrato sinora.

La strada è stata magnanima con me: ho avuto il privilegio di vedere posti meravigliosi, conoscere persone fantastiche e condividere con loro momenti mai banali. Adesso è tempo di prenderci una pausa. Io e la strada, intendo. Abbiamo vissuto come una coppia (una gran bella coppia) per tanto tempo, rispettandoci ed amandoci, sin che meta non vi separi. Ma si tratta di una periodo transitorio. So che presto o tardi il richiamo di questa sirena tornerà ad imperare nelle mie orecchie, come fu con viaggiatori ben più illustri di me.

Adesso, però, nuovo capitolo del viaggio dinanzi a me. Sì, sebbene ora sia giunto il momento di piantare la tenda (in tutti i sensi) e stabilirmi in un posto fisso per diverso tempo...per me tutto questo ancora rientra nel viaggio. Anzi: nel Viaggio.

L'Australia è sì il punto d'arrivo del cammino che avevo iniziato tanto tempo fa, ma è anche l'inizio di un altro. C'è chi dice che la morte sia una nascita verso un'altra vita. Per me l'esser arrivato qui rappresenta esattamente la stessa cosa. Quando ho lasciato il mio paese natìo, non potevo immaginare cosa mi sarebbe capitato lungo le migliaia di chilometri che mi attendevano. Avevo tanti pensieri, idee, fantasie e... anche qualche paura, perché no? Mi sono avventurato in un mondo meraviglioso (ovvero quello di tutti i giorni, perché questo mondo è DAVVERO meraviglioso) con una moto carica di bagagli e la testa piena di emozioni. Ma c'è voluto poco a rendermi conto che quel che stavo facendo era ben diverso da quanto immaginato. Ben presto mi son reso conto che ogni chilometro che facevo mi traghettava verso realtà esotiche, affascinanti... ma anziché sentirmi estraneo e 'visitatore', ho avuto il privilegio di immergermi profondamente e completamente in culture, costumi e stili di vita completamente nuovi. Ho dormito e mangiato con persone di cui ignoravo l'esistenza e che mi hanno trattato come un familiare dal primo momento che ci siamo conosciuti. Ho riso e scherzato con giovani di tutto il mondo, entusiasti per la vita e per il semplice fatto di poterla condividere al dilà di ogni pregiudizio o bandiera. Sono stato aiutato quando la burocrazia ed il malcostume mi hanno appiedato ed hanno steso un cielo grigio sulla mia testa. Ho incontrato compagni di viaggio estemporanei, sebbene la sensazione fosse di conscerci da una vita ed aspettassimo solo di ricongiurgerci. Tutto questo, e molto altro, mi ha riserbato questo meraviglioso cammino.

Logico che, al posto dei preventivati cinque mesi... ce ne abbia messi quasi otto! E se non fosse stato per il visto australiano... forse sarei ancora là, a macinare chilometri e sudare dentro una giacca coperta di polvere. Ma devo vivere il presente e concentrarmi su quel che mi attende. La mia fedele compagna è con me e mi da, ora come sempre, una sicurezza in più. Più la guardo e più capisco che anche il nostro incontro, due anni e mezzo fa, non è stato assolutamente casuale. Abbandonata in un cortile sotto al sole , quei suoi grandi occhioni mi hanno fatto subito capire che volevano/dovevano esser riempiti con paesaggi straordinari e strade sconfinate. E, per una volta, non ho avuto torto. Le sono grato di avermi preso per mano e avermi condotto verso un mondo che prima potevo solo sognare.

Mi ha infuso sicurezza e quando me ne sono dovuto separare, in occasione delle spedizioni, l'ho fatto come si fa con un parente che si allontana. Sono cresciuto tanto e mi sento ben diverso da quando sono partito. E, senza fare spicciola retorica, in parte è anche grazie a lei. Se riguardo le foto di agosto scorso... quasi non mi riconosco! Faccia pulita, occhio sveglio e sorriso spiaccicato in viso. Ora sorrido ancora di più, ma continuo a non rivedermi in quell'ammasso di pixel che mi raffigura all'atto della partenza. Sembra sia morto e rinato durante questi mesi e che il ragazzo che era in sella in Italia e Slovenia non sia lo stesso del Laos e del Vietnam. Chissà...

Io so solo che ogni singolo giorno della mia vita, dal giugno 2010, ripenso a quella notte insonne a Bologna quando (deluso e frustrato) ho preso la decisione di partire per questo mio 'folle' viaggio. Spesso mi hanno chiesto chi o cosa mi abbia spinto a fare una cosa del genere. Quando mi chiedono da dove vengo la domanda successiva è: "La moto l'hai comprata qua?" Alla risposta negativa incalzano con: "Ma allora avrai pagato tantissimo per fartela arrivare dall'Italia!" E come mi diverto a vedere i loro occhi sgranarsi e le guance contorcersi in una mimica che trasuda solo incredulità e sconcerto.

Sono orgoglioso di quel che ho fatto, ma non me ne faccio vanto. In tanti mi fanno complimenti: "You're awsome man!" "You are great!" "You are CRAZY!" Fanno piacere, ma al contempo mi fanno riflettere su chi ha dei sogni e non si impegna per realizzarli. Molti mi hanno inviato e-mail di ammirazione e di incoraggiamento, chiedendomi di portare a termine il 'loro' viaggio e di realizzare i 'loro' sogni. Li ho ringraziati tutti per avermi scritto, ma non posso negare una certa amarezza nelle loro parole. Il mondo che ci è stato dato è al tempo stesso sconfinato e piccolo. Ho visto posti completamente diversi l'uno dall'altro ed incontrato la gente più disparata. Ma ho anche trovato amici dappertutto e comportamenti molto simili nelle varie genti che ho conosciuto. Qualche rischio l'ho corso, ma a volte non ci rendiamo conto dei rischi che viviamo ogni giorno nella nostra routine quotidiana. Ed io ho rischiato di impazzire, in quella dannata routine che in molti chiamano 'vita'. Ringrazio i miei genitori di avermi dato un cervello e (con esso) l'unico strumento adatto a capire che quel che stavo facendo era sopravvivere. Non vivere. Ringrazio il genio umano che ha montato un motore in mezzo ad un telaio e due ruote. Ma ringrazio soprattutto Madre Natura che ha creato un mondo così assolutamente indescrivibile. Io ne ho vista solo una picola parte, ma non ha mai mancato di stupirmi!

Cosa c'è di più bello del viaggiare, visitare scenari mozzafiato e conoscere persone che, a migliaia di chilometri da te, possono regalarti sensazioni assolutamente nuove e genuine? Ovunque c'è del buono: in ogni dove valori come amore, famiglia, spontaneità e umanità conducono la vita di persone diverse da noi, ma che non hanno nulla da invidiarci. Anche io ho vissuto in un mondo di valori illusori dettati da consumismo e dottrina dell'apparire. Ben presto (ancora "Grazie" a mamma e papà) mi sono reso conto della vacuità dei beni che mi circondavano e di quanto mi rendessero schiavo. Anziché servirmi di loro, ero io al loro servizio. E questo l'ho capito prima di vedere Fight Club ed Into the Wild. Avere una bella macchina, una bella casa, cenare in ristoranti costosi e vestire con capi firmati non fanno per me. Non c'è nulla di male in questo comportamento, premetto; ma quando ci si lega solo a questi oggetti e si dimentica di inseguire il vero significato della vita... Io sono ancora alla ricerca, ma almeno mi sono smosso da una realtà omologata in cui ci si aspetta che la risposta arrivi da un momento all'altro.

Mi sono armato di stivali e tenda alla ricerca di qualcosa. E qualcosa ho trovato. Manca ancora tanto perché, nel contempo, se ne sono accumulate altre di domande. Non mi fermerò in Australia e già sto progettando il prossimo viaggio. Ma ora con una consapevolezza ed una maturità diverse. Non mi resta che lavorare un po' (un bel po') e mettere da parte quanto mi serva per rimettere le ruote in strada. Ci vorra un po' (ancora: un bel po') di tempo, ma sono pronto. "Anche prepararsi al viaggio è un capitolo del viaggio, no?"

Ad ogni modo il sito che ho curato per più di un anno e che mi è costato tanta fatica non morirà. Continuerò a scrivere su www.australiatwin.it fornendo consigli (nel mio piccolo) ai tanti in procinto di iniziare il proprio Viaggio e raccontando di quel che sarà la mia esperienza in Australia, condivisa con tanti, tantissimi ragazzi italiani di ogni estrazione sociale, migrati qui per una vita diversa e l'aspettativa di un futuro migliore.

Non scrivo per fare politica, ma qui le cose girano in modo diverso. Se vali e ti impegni vieni premiato. A me è stato offerto un lavoro il giorno dopo esser arrivato. Non sono nella Terra Promessa e ci sono sfaccettature che, anche qui, possono piacere o meno. Ma è innegabile che le cose funzionano e il senso civico è esemplare. Ci saranno raccomandati e politici spreconi anche qui, ma se gli australiani all'estero ci vanno solo per vacanza e tantissimi stranieri fanno carte false per venire in questa terra piena di opportunità... ci sarà un motivo. La chiudo qui, sennò poi mi riniziano a girare le scatole: amo il mio Paese, ma se sono dall'altra parte del mondo è anche 'grazie' ai nostri politici e a come stanno conducendo l'Italia alla deriva.

Per fortuna ho come allontanare questi pensieri dalla mia testa: scrivo da una casa australiana piena di ragazzi di ogni nazionalità con in giardino auto, tende, divani ed un furgoncino. Tutti sono ben accetti e si vive come in una piccola grande famiglia. Cosa che sognavo sino a poco tempo fa. Ed ora sono qui. Non vorrei esser in nessun altro posto. Se anche tu hai un sogno (o meglio ancora dei sogni) non lasciar morire quella piccola fiamma di passione che ti porti dentro. Non devi abbandonare la famiglia o vendere la casa per inseguirli. Ognuno ha il suo modo ed i suoi tempi. Ma dire: "Io non posso" oppure "Ormai è tardi" sono semplici scuse. Se desideri ardentemente qualcosa fai di tutto per raggiungerla. Io ho rischiato tanto e ho messo in discussione quasi tutto pur di farlo. Ma questo sono io. Ora tocca a te: schiodati da quella sedia e va' ad inseguire il TUO di sogno!