Viaggi in America del Sud

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Gianni e Franco hanno una cosa in comune, la stessa passione per i viaggi avventura in moto. Ora sono in fase di rientro dal Perù.

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Siamo Gianni Castellini e Franco Dassani, due amici che condividono lo stesso piacere, quello dei viaggi avventura in motocicletta. Nel momento in cui scriviamo stiamo terminando il nostro viaggio, nato non per visitare quei luoghi piu´ conosciuti come Matchu Picchu e Titicaca ma per scoprire un Peru´ fatto  di semplicita´ e maestosita´. Per realizzare questa avventura e´ stato fondamentale il supporto di Edgar Roca, conosciuta guida andina appartenente ad una famiglia nota per il suo impegno nella promozione del turismo nella regione di Ancash.  Dopo un breve periodo di acclimatamento abbiamo raggiunto Vette e Passi  a quota 4.000- 5.000 mt., lontani dalla nostra immaginazione e ci siamo trovati al cospetto di ghiacciai imponenti e cime poste a 6.000-7.000 mt.
Abbiamo attraversato villaggi su  strade sterrate piene di polvere, sassi e fango, costruzioni umili, servizi igienici praticamente inesistenti,  donne che accudiscono ogni tipo di animale, gente povera ma dignitosa che ti sorride sempre e ti porge cordialmente il benvenuto.
Abbiamo avuto la fortuna e l´onore di essere accompagnati presso le varie missioni dell´ OMG, meglio conosciuta come Operazione Mato Grosso. Qui Padre Ugo, suo fondatore e guida spirituale ha compiuto un vero miracolo: ha saputo trasformare la poverta´  in carita´ verso gli altri.
Abbiamo toccato con mano quanto gli italiani siano generosi verso i bisogni della povera gente, sia per l´ invio di donazioni, sia nel mettere a disposizione la propria vita per la MISSIONE con lo scopo di insegnare una professione a chi di possibilita´ non ne avrebbe alcuna.
La  sorpresa piu´ grande non e´ stata la tribu´ che con il suo folklore ci ha accolto sulle pendici del Huascaran o la bellezza dei passi Porta Cielo e Punta Olimpica e neppure avere partecipato al rito propiziatorio della ¨Pachamanca´´, ma quanto essere stati ricevuti con tutti gli onori dal sindaco di Huaraz, capoluogo della regione, il quale, al cospetto di giornalisti e fotografi ci ha insignito, con la consegna di una pergamena del titolo di ´´Visitante Distinguido´´.
Ci sembra doveroso ringraziare tutti coloro che ci hanno supportato nella realizzazione di questo progetto  che prevede nei prossimi due anni le tappe in Bolivia, Cile e Argentina,  fino alla Terra del Fuoco. Vogliamo ricordare  anche William Zanatta, forlivese trapiantato a Lima da diversi anni che ci e´ stato prezioso con i suoi consigli.
 
Gianni Castellini e Franco Dassani  
 
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Quest’anno sono stato in Perù.

Il mio compagno di avventura  è Franco,  ed è  proprio lui, l’estate scorsa a farmi la proposta di un viaggio insieme. Quando mi chiede cosa ne pensavo del Perù rimango senza parole. Non l’avevo mai preso in considerazione. Mi racconta di avere avuto un contatto con  Edgar Roca, guida peruviana e appassionato motociclista  che oggi vive in Italia. Dopo un paio di settimane lo incontriamo a Panchià, all’Hotel Regina, dove Franco lo ospita insieme a sua moglie e i tre figli. Edgar ci racconta di fare parte di una famiglia numerosa. A partire dal padre Esteban, gli 8 fratelli hanno avuto, prima come cacciatori, poi come guide delle Ande, uno stretto rapporto con il loro territorio in tutti gli aspetti: geografia, storia, cultura, costumi, tradizioni, musica, arte, medicina naturale…E’ un loro grande desiderio salvaguardare queste ricchezze, per fare un turismo senza rovinare l’equilibrio naturale e culturale di quella meravigliosa terra degli Incas. Ci confessa di avere un sogno: Attraversare le Ande peruviane in motocicletta,  lungo le impronte inca, poi in Bolivia, seguendo  il cammino di Che Guevara, il deserto di Atacama in Chile  fino ad arrivare alla Terra del Fuoco, per la durata complessiva di 65/70 giorni nell’arco di tre anni.  Gli mancavano solo  i compagni di viaggio. Io e Franco ci guardiamo negli occhi. Più di mille parole.Come si faceva a dire di no? Quando si sarebbe ripresentata un’occasione  del genere ?

Quindi, dopo il generoso nulla osta familiare (ero già in debito per l’anno scorso), decidiamo di partire. Denominiamo il progetto “ANDELE” e realizziamo  un logo. Un paio di aziende nel settore dell’abbigliamento tecnico ci mettono a disposizione del materiale, a scopo pubblicitario.  Per mettere insieme un gruppo più numeroso, insieme a Edgar organizziamo una serata di presentazione dal titolo “Perù per tutti”, invitando i moto club locali  e ospitando anche alcuni  Emiliano-Romagnoli con testimonianze e esperienze da raccontare su quel Paese. Dopo la serata, nonostante la presenza di un folto pubblico constatiamo che il Perù proposto non era proprio per Tutti…ma solo per noi due. Per qualche tempo ho temuto che fosse rimasto solo per me perché Franco, in preda a una crisi mistica, aveva rinunciato per le notizie non troppo rassicuranti che ci arrivavano dal Sudamerica come il  terremoto in Cile, le onde anomale e non bastasse, alcuni suoi amici “veggenti” sconsigliavano la partenza.

Riusciamo a prenotare l’aereo e l’11 giugno  finalmente partiamo. Dopo 17 ore di viaggio, arriviamo  la sera stessa (-7 ore di fuso orario) a Lima, dove ad attenderci c’è Ramiro, taxista di fiducia dei Roca. Ci rendiamo subito conto del caos che imperversa nella città,  con oltre 10 milioni di abitanti e senza una metropolitana o una circonvallazione degna di tale nome!  Alloggiamo in un piccolo hotel a Miraflores, quartiere molto più tranquillo rispetto ad altri meno raccomandabili. Qui incontriamo  William, forlivese trasferitosi a Lima gia’ da parecchi anni. Ci accompagna a cena e ci dispensa consigli sugli usi e abitudini locali. Il giorno dopo visitiamo il centro della città. Ci fermiamo a vedere qualche scorcio di partita dei mondiali di calcio sul grande schermo installato in Plaza Mayor. La sera visitiamo il quartiere di Chorillos e Barranco, Più tardi partiamo  per  Huaraz, a poco più di 400 km a nord di Lima,  a 3.100 mt s.l.m., con il bus Super Cama  della Movil. E’ consigliabile scegliere una Compagnia che non fa fermate lungo il tragitto, per evitare che possano salire i “ladrones”. Qui ad accoglierci con un gran sorriso  c’è Cesar, uno dei fratelli di Edgar, che ci accompagna all’hotel. Più tardi arriva  anche Edgar  che ci porta a pranzo a casa del sindaco di Huari. Dopo un paio d’ore faccio i conti con il “soroche”, il mal d’altitudine.  Con un po’ di pazienza, un’aspirina e riposo,  la nausea e pesantezza alla testa passano. Il giorno dopo siamo ospiti a casa della famiglia Roca, a pochi Km da Huaraz. Qui tutta la famiglia è alle prese con la Pachamanca, un piatto tipico della cucina peruviana, preparato con l’impiego di pietre roventi, sulle quali vengono riposte le carni avvolte da foglie di platano, verdure e patate. Il tutto poi ricoperto da erba, terra e un telo lana. Terminata la cottura si cominciano ad estrarre le pietanze, tutte  molto gustose e saporite, in particolare i piselli, la fava e una specie tubero, simile alla patata chiamata OCA.

La mattina seguente inforchiamo finalmente  le moto. Edgar ci ha preparato delleYamaha 200 cc, all’apparenza un po’ leggerine, ma che si sono poi rivelate ottime per affrontare il percorso, fatto al 90% da  carreteras piuttosto impegnative. Al seguito abbiamo anche il meccanico Herbert, con la sua Honda XL che avrà modo di mostrare la sua abilità nel riparare un paio di forature. Arriviamo a Chavin de Huantar, un sito archeologico contenente rovine ed artefatti originali costruiti dai Chavín, una cultura precedente agli Inca, attorno al 900 a.C.

Poi proseguiamo per  Huari, dove in prossimità di una laguna un gruppo di indigeni ci da il benvenuto con  musiche, danze e costumi tipici. Non ci è sembrato vero che avessero preparato tutto solo per noi. La mattina seguente saliamo a quasi  5.000 mt s.l.m., sul passo di Punta Olimpica, dove si può ammirare nella sua imponenza il Huascàran, la montagna più alta del Perù a 6.768 m. s.l.m.

Che dire….un vero spettacolo della natura.  Rimaniamo più di un’ora a scattare foto. Un condor volteggia sopra le nostre teste a poca distanza.

Attraversiamo villaggi su strade sterrate piene di polvere, sassi e fango, costruzioni in adobe, servizi igienici praticamente inesistenti,  donne che accudiscono ogni tipo di animale, gente povera ma dignitosa che ti sorride sempre e ti porge cordialmente il benvenuto. I bambini di ritorno da scuola in perfetta uniforme fanno contrasto con l’ambiente circostante.

Facciamo visita presso le varie missioni dell´ OMG, meglio conosciuta come Operazione Mato Grosso. Qui Padre Ugo, suo fondatore e guida spirituale ha compiuto un vero miracolo: ha costruito ospedali, scuole e centri di accoglienza per i poveri.

Abbiamo toccato con mano quanto gli italiani siano generosi verso i bisogni della povera gente, sia per l´invio di donazioni, sia nel mettere a disposizione la propria vita per la MISSIONE .

Il quartier generale dell’OMG si trova a Chacas dove vive Padre Ugo.Qui è nata la  scuola d'intaglio del legno,  dove gli alunni ricevono istruzione, formazione professionale, vitto e alloggio. Gli allievi vengono accolti, dopo essere stati scelti tra molti candidati, in considerazione della povertà della famiglia e della bontà del ragazzo. Una volta terminata la scuola viene regalato loro un kit con tutti gli strumenti da lavoro. Alcuni iniziano ad esercitare un lavoro, altri vendono gli attrezzi per comperare da mangiare. Proseguiamo lungo le missioni e conosciamo Cesare di Bergamo, a Hachucocha che insegna ai campesinos peruviani a fare il formaggio, Tommaso di Città di Castello che insegna la produzione di tegole per tetti, Padre Lorenzo a Chalua, alle prese con le comunioni dei bambini e infine Fabrizia a Tomanga, nella casa di accoglienza dei bambini abbandonati. Leggere nei loro occhi il bisogno di una famiglia che possa dare loro affetto mi ha fortemente commosso. Fabrizia ci confessa di non riuscire più a tornare a Trento, sua città natale perché sarebbe come farli sentire abbandonati una seconda volta. Ci racconta poi dell’ultimo arrivato, Giovanni, 5 anni, che viveva e mangiava in una capanna  con i cani in condizioni igienico sanitarie pietose. Gli faccio indossare il mio casco. Accenna un sorriso. I bambini ci improvvisano uno spettacolo di giocolieri, le bambine un balletto. A stento riesco a trattenere l’emozione.

Mi faccio lasciare indicazioni per le adozioni a distanza e Fabrizia mi dice per precisare che le donazioni vengono comunque utilizzate per il benessere di TUTTI i bambini. Approvo pienamente. Compriamo alcuni sassi decorati dai bambini nelle ore di laboratorio e ce ne andiamo.

Ripartiamo da Huaraz per raggiungere un altro passo, Portachuelo a 4.700 mt s.l.m.. Passaiamo da Yungay, dove erge la statua del Cristo, con le braccia aperte dopo   il terremoto che  nel 1970  ruppe parte del ghiacciaio dello Huascarán coprendo di pietre, fango e neve tutta la città di Yungay lasciando 20.000 morti. Attraversiamo il parco e un nuvolone minaccioso ci fa presagire il peggio.

Raggiungiamo la vetta, intirizziti dal freddo sotto una fitta nevicata. Ci scaldiamo le mani sulle marmitte e ripartiamo per Yanama. La sera mangiamo a casa di Edgar. Claudia, sua moglie ci prepara un bel piatto di spaghetti e chiudiamo la serata con un profumato sigaro cubano. Ne offriamo uno anche a Herbert, il meccanico che dopo poco lo spegne e lo conserva come una reliquia. Il padre di Edgar, Esteban è disperato perchè gli si è rotto il fucile. L’indomani sarebbe dovuto andare a caccia di cervi. Herbert, l’aggiustatutto, riesce anche in questo. Fenomenale.

Pernottiamo in una casa famiglia, dove al posto del cane domestico c’è un capriolo che si fa avvicinare senza paura. Se l’avesse visto Esteban! Ripartiamo per la Cordillera Negra, passando nuovamente dal passo Portachuelo, questa volta con il sole. Passiamo la notte in tenda, godendoci il tramonto e l’alba di fronte allo Huascaran. Torniamo nuovamente alla nostra base a Huaraz. Stiamo terminando l’avventura. Il sindaco della città ci convoca in Municipio! Cosa abbiamo combinato? Al nostro arrivo entra una troupe di giornalisti e fotografi! Io e Franco ci guardiamo in faccia preoccupati. L’abbiamo fatta proprio grossa! Con nostra sorpresa, seguiamo invece il cerimoniale con il quale siamo insigniti del titolo di Visitatore distinguido, cioè Visitatore illustre. Edgar ci aveva riservato quest’ultima sorpresa.

La sera riprendiamo il bus che ci riporta a Lima. Incontriamo nuovamente William al quale facciamo il resoconto del viaggio. Compriamo gli ultimi souvenir, ci facciamo un piccolo tatoo-ricordo e riprendiamo l’aereo per Madrid. Lo scalo ci permette anche un pranzo frugale in Plaza Mayor, poi di nuovo in aeroporto in direzione Milano.

Che dire…. Per chi come me  è appassionato motociclista, alla scoperta di nuovi paesi, tra la gente del posto e con panorami da mozzare il fiato, questo viaggio è stato in grado di appagare ben oltre quelle che erano le mie aspettative. Mi piacerebbe soprattutto trovare il modo di potere contribuire alla missione dell’OMG, in particolare a favore del centro di accoglienza dei bambini abbandonati di Tomanga. Per la tappa del prossimo anno è nostra intenzione organizzarci anche con un pulmann al seguito per consentire ad amici e parenti di condividere questa bella esperienza. Visiteremo infatti la parte più turistica del Perù, Cusco, Macchu Picchu, lago Titicaca, Nazca, fino alla Bolivia. 

Chissà se sarà possibile. L’augurio dello scorso anno mi ha portato fortuna…

Gianni Castellini

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Il Perù è ancora un paese da scoprire nelle sue realtà al di fuori del normale circuito turistico I nostri giorni in moto ci hanno fatto apprezzare la meravigliosa bellezza degli altopiani, delle Ande e delle antiche civiltà, dalla costa ai monti.

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Il Perù è un paese vastissimo, con climi assolutamente diversi, sia per la latitudine che per la quota. A parte la nostra visita nella prima zona Amazzonica, la nostra permanenza è stata sempre oltre i 3.400 mt.

Venerdì 08 Agosto
CUSCO / CHINCHEROS / MARAS / MORAY / URUBAMBA

Primo impatto con i nostri mezzi. Sono leggere Honda 250, giuste per non dover faticare troppo. Alle quote in cui si viaggia, già c'è metà potenzialità disponibile, sia per il fiato che per la stanchezza che ti assale presto. Il nostro Marommel ha avuto la sua 650 XR e scorazza ovunque facendo un gran baccano.
Franz ha la Falcon ma dopo qualche tempo la passa a Francesco e si adegua alle 250.
Le strade sterrate sono abbastanza agevoli ma creano un gran polverone. Traffico praticamente inesistente tranne che in vicinanza dei siti archeologici tuttavia piuttosto pericoloso a causa di cani che ti rincorrono e assalgono, e persone ed animali che non si curano di scansarsi quando ti avvicini. E' necessaria molta prudenza

Sabato 09 Agosto
URUBAMBA / OLLANTAYTAMBO / QUILLABAMBA

Ollantaytambo ci accoglie in tutto il suo splendore di gradoni e blocchi imponenti di granito. La guida, parlando un chiaro Castigliano, ci illustra lentamente la base dei costumi Inca e delle funzioni tattiche della località.
Ripartenza verso la zona calda di Quillabamba attraversando il passo di Abra Malaga.

Domenica 10 Agosto
QUILLABAMBA / LARES VALLEY

La giornata si prospetta subito piuttosto pesante: il primo a forare è Jorge....dopo di lui una serie di forarture a ripetizione che sembrano non finire mai. Siamo costretti a comprare altre camere d'aria.. Alle fine si decide di tenere la pressione delle gomme molto alta, così le moto cominciano a saltare come capretti impazziti. Siamo mangiati dai moscerini, tipo mini-zanzare, che ci amano molto.
La strada è polverosissima e Ciana in un vortice di invisibilità s'infila in una curva soffice tipo talco e si tuffa a pesce nella polvere. Per fortuna solo una gran botta sulle costole e contusioni varie.
Lares, che dire, un altro mondo?
Siamo arrivati quasi col buio, ci siamo accomodati in queste stanzette fredde ma pulite, accolti con curiosità, come gente venuta da lontano a cui chiedere e con cui scambiare due chiacchiere. Poi il bagno alle sorgenti termali, cena e letto. Piuttosto stanchi col peso di una giornata intensa. La sorpresa del mercatino la mattina successiva ci ha colmato gli occhi di colori.

Lunedì 11 Agosto
LARES/CUSCO

Dopo la lunga visita al mercato, si riparte alla volta di Cusco. La giornata è come sempre splendida, limpida e con rare nuvole altissime. Ci avviamo al Passo Amparaes 4.080 mt, Calca Tambomachay, Pucapucara, e la fortezza di Sacsayhuamán sovrastante Cusco

Martedì 12 Agosto
CUSCO / MACHUPICCHU / CUSCO

Ci alziamo abbastanza presto, per prendere il treno alla stazione di Cusco. Il trasferimento fino ad Aguas Calientes, alla base del Macchu Picchu, è possibile solo col treno o a piedi (sentiero Inca da Ollantaytambo). C'è una strada sterrata che arriva fino a circa 8 km. da Aguas Calientes, ma lì si ferma.
Cusco è situato in una conca, per cui il treno deve salire per poi ridiscendere verso la valle dell'Urubamba. La salita non si fa tramite cremagliera ma facendo una serie di avanti e indietro in uno zig-zag di scambi per cui si ha il tempo di osservare a lungo la città.
Il viaggio è lungo ma piacevole. Dopo Ollantaytambo il treno costeggia l'Urubamba, immerso nella foresta con sprazzi di cime innevate, ponticelli, rapide e tratti di sentiero Inca. Meraviglioso

Mercoledì 13 Agosto
CUSCO / PISAC / PAUCARTAMBO

Noi appiedati ci avviamo verso Pisac con un fuoristrada, l'altro rimane in contatto con le moto che oggi fanno off-road completo. A mezzogiorno ci riuniamo tutti per un buon piatto e quindi ci riavviamo perso Paucartambo. Durante il tragitto visitiamo le rovine sovrastanti Pisac e per la strada ci fermiamo nel paesino di Colquepata dove si svolge una coloratissima festa. Arriviamo a Paucartambo verso l'imbrunire e troviamo alloggio nella scuola-hostal del Municipio....molto spartana.

Giovedì 14 Agosto
PAUCARTAMBO/PILCOPATA

Attraverso una strada sterrata nel mezzo della foresta, passiamo dai 3.550 metri del Passo Acjanaco ai 500 mt . di Pilcopata,piccolo insediamento ai confini della foresta amazzonica vera e propria. Siamo impolverati e sconquassati fino al midollo osseo. Alla fine ci accoglie il caldo umido della pianura.

Venerdì 15 Agosto
PILCOPATA

Ferragosto e non ce ne siamo accorti. Ormai il conteggio dei giorni ci sfugge, anche la cognizione dei posti attraversati ormai è confusa; guardiamo il programma per capire dove siamo. Il posto qui è piaciuto a tutti, forse perché facciamo un giorno di sosta e a questa quota non ci sono problemi di respirazione (vedi ossigeno). La giornata prevede gita a cavallo o rafting. Noi, sempre esagerati, li vogliamo fare entrambi.
Così al mattino ci giunge un pick-up con gommone sgonfiato a bordo, che ci fa fare un lungo tragitto sulla solita strada sterrata. Seduti su tavole, siamo aggrappati come ragni ai tralicci del camioncino

Sabato 16 Agosto
PILCOPATA / PAUCARTAMBO / CUSCO

Lasciamo anche la zona amazzonica per risalire in quota e rientrare a Cusco. Praticamente si ripercorre la strada fatta nei due giorni precedenti. Lungo la strada ritroviamo la festa che si svolge nel paesetto di Colquepata dove ci siamo già fermati.
Noi siamo in auto e ce la prendiamo comoda, i motociclisti sembrano presi da furore sconosciuto e sono corsi verso Cusco. Conclusione: il comandante Marommel che apriva la colonna, si è avvantaggiato troppo ed ha sbagliato incrocio. E' rientrato in hotel dopo qualche ora, leggermente alterato nell'umore.

Domenica 17 Agosto
CUSCO

Giornata dedicata all'antica capitale Inca: Cusco. E' domenica ed inoltre anche qui la festività di Ferragosto continua per alcuni giorni. Ci sono feste, processioni religiose e tradizionali quasi in ogni piazza. Un vortice di colori, costumi e musiche. Ci soffermiamo ad osservare la parata e l'alza bandiera, nella Plaza de Armas. Visitiamo qualche chiesa, comperiamo qualche souvenir ed infine ci avviamo al ristorante che ci hanno indicato per uno dei piatti tipici del luogo, il CUI, ossia il porcellino d'india...specie di cavia molto simile ad un topo multicolor. Siamo stati fortunati perché ne rimanevano 5 e cinque di noi volevano assaggiarli. Gli altri non sono per i piatti tipici.

Lunedì 18 Agosto
CUSCO / MACHUPUENTE (Yauri)

Pronti, quasi vispi, per l'ultima settimana negli altopiani della regione. Prima tappa, a poca strada da Cusco, presso la chiesa di Andahuaylillas, chiamata quì la Cappella Sistina del Sud America (c'è un po’ di mania di grandezza). Poi Raqchi - il tempio di Wiracocha che comprende altre rovine di granai, acquedotti, coltivazioni. Si continua alla volta di Yauri in un panorama di collinotte gialle da secco, seguendo pezzi di strada asfaltata con alternanza di sterrato. Superiamo Yauri dove ci fermiamo per il solito rifornimento, e ci avviamo a pochi chilometri verso la Fazenda di Mayra, una moderna signora che ci ospiterà per la notte. Qui fa piuttosto fresco. La sera usciamo per qualche minuto al buio per scoprire finalmente la "Croce Del Sud". Rientriamo velocemente semi-congelati. Meno male che ci hanno forniti di una buona bottiglia di acqua calda.

Martedì 19 Agosto
MACHUPUENTE (YAURI) / CHIVAY

Mattinata fresca, siamo un pò rigidi ma il colore del cielo ci invita a proseguire verso nuovi paesaggi. Franz non sta molto bene e dopo qualche tempo mi cede la moto per mettersi tranquillo in auto. I posti sono bellissimi, la strada è molto polverosa con spessi strati di "talco" nelle curve; inoltre siamo salita ancora e le moto hanno bisogno di buoni incitamenti di acceleratore per proseguire, a volte la mia ha grossi ripensamenti,,,sarà asmatica anche lei?.
In ogni caso non sarà colpa sua se in una curva, allargando troppo per evitare appunto il "talco", siamo scivolate in un fossetto stupido dove il mio ginocchio ha deciso di girarsi un pochino. Fine della corsa. Da allora solo auto. Peccato, mi ci divertivo.

Mercoledì 20 Agosto
CHIVAY / AREQUIPA

Chivay vuol dire Colca Canyon, il quale si dice sia il più profondo esistente. Questo vuol dire anche "Mirador del Condor", che sarebbe un posto ideale per ammirare il volo dei condor. Ora questo luogo è nel distretto di Arequipa che, pare sia una specie di regione autonoma, per cui, a vedere i condor non ci si può andare in moto ma, ci dicono, solo con pullman autorizzati. Bhè, tanto io ero dolorante di ginocchio. Così ci recammo in quattro gatti, dentro un minibus che deve aver trasportato pecore e lama fino a qualche minuto prima di imbarcare noi. C'era più polvere dentro che fuori. Ci siam sorbiti un'ora e mezzo di scossoni per arrivare da Chivay al "Mirador", ma fortunatamente almeno i condor si son fatti vedere, Più tardi prendiamo la strada (asfaltata) verso Arequipa attraversando il "Mirador delle Ande" passo a 4.910 mt. Da qui una lenta discesa attraversando praterie dove pascolano indisturbate le vigogne.

Giovedì 21 Agosto
AREQUIPA / PUNO

Facciamo un pezzo di strada già fatta ieri, ripassando per i pascoli delle vigogne. Tragitto asfaltato che ci conduce a valicare un altro passo a 4.500 mt. toccando laghetti di colore blu pieni di fenicotteri rosa. Un contrasto affascinante che ci attira moltissimo, Proseguiamo attraversando Juliaca, città confusa, caotica, impressionante, incomprensibile. Arriviamo a Puno (Titicaca) che già la sera è calata, ma qui si fa buio piuttosto presto.

Venerdì 22 Agosto
PUNO / ISOLE UROS / SILLUSTANI

Puno è la città peruviana che è situata sul lago Titicaca, il più alto lago nel mondo (3.812 mt.)
Abbiamo una grande barca a motore tutta per noi che ci trasporta da Puno alle isole galleggianti abitate dagli Uros. Questa popolazione da secoli vive su piccoli isolotti autocostruiti, fatti con la base di canne di "Totora" più o meno come sul lago Inle in Birmania; quì però l'altitudine non permette coltivazioni vegetali. Tra qualche anno queste isole probabilmente spariranno perchè gli Uros si stanno mescolando con gli abitanti che attorniano il lago e i giovani tendono a trasferirsi in terraferma. Per il momento, il turismo aiuta i tradizionalisti a rimanere sul lago.
Nel pomeriggio ci rechiamo con piccolo autobus a Sillustani, sito archeologico pre-incaico costituito da grandi tombe elevate in altezza, vestigia del popolo Aymarà. Vedremo molti animali e molti villaggetti. Tutto l'altipiano per ora è secco .

Sabato 23 Agosto
PUNO /CUSCO

Inesorabilmente i giorno sono passati, uno dopo l'altro, e ci troviamo sulla via di Cusco , dove purtroppo dovremo congedarci dai nostri nuovi amici e dagli altopiani e da tutte le bellissime cose che abbiamo visto in questi quindici giorni. Un pò tristi ed un pò stanchi ripercorriamo la strada che ci porterà in giornata all'antica capitale Inca.
Prima di entrare a Cusco ci fermiamo per un ultimi assaggio di Cuy, stavolta cotto diversamente.
La sera ceniamo in uno dei più rinomati ristoranti del luogo, con musica e danze; purtroppo sono assenti sia Ruben che Joel. Peccato, saremmo stati felici di essere una volta tutti assieme.

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