Ungheria

Sottotitolo: 
Paesi attraversati: Austria, Ungheria, Romania, Moldova, Ucraina, Russia

Italiano
Tipologia viaggio: 
0

Dopo gli ultimi controlli la moto necessitava di un'ulteriore definitiva messa a punto, poichè presentava ancora un eccessivo riscaldamento del motore, con uscita del liquido refrigerante, ed un folle che non entrava a moto ferma, ma solo in movimento.
Il desiderio di partire è, però più forte delle necessità della moto ed eccomi pronto per la meta: la Russia.
È il 5 luglio, dopo pranzo mi riposo qualche ora e decido di partire con il fresco per viaggiare tutta la notte, eludendo il caldo eccessivo: oggi il termometro segna quasi 40 gradi.
Finalmente è ora, preparo la moto, saluto i familiari e via per una nuova avventura…
Sono le 17,40: ultimo controllo al mezzo, ai bagagli e documenti prima di mettermi in viaggio. Non vedo l’ora di raggiungere Silvia, la mia compagna che mi aspetta in Moldova, per poi proseguire insieme in vacanza ...
Viaggio tutta la notte fermandomi ogni tanto in autogrill per prendere un caffè, in modo da tenermi sveglio.
Arrivato in Austria trovo subito pioggia e freddo (il termometro segna 10 gradi), mi copro con tutto quello che ho, ma la notte tra i monti austriaci è veramente fredda. Sono costretto a sostare più volte in stazioni di servizio scaldandomi con te caldo. Continuo a viaggiare tutto il giorno seguente. A sera tardi, arrivo a ad Orada in Romania, dove finalmente mi riposo.
La mattina successiva alle 7 parto e continuo ostinato il mio viaggio; dopo ben 12 ore di moto, confortato solo dai bei paesaggi che incontro, alle 19 arrivo in Moldova, avendo percorso in due soli giorni 3479 km.
Giunto a casa dei familiari di Silvia mi riposo per poi ripartire insieme.
È il 10 luglio.
Collocate le borse sulla moto, alle 8 salutiamo la famiglia e diamo avvio alla nostra avventura. Prima sosta alle 12, al confine Biroul Vamal, dove attendiamo un’ora per prendere il barcone che deve portarci sull’altra sponda. Qui siamo in Ucraina e dopo altri controlli, proseguiamo. Alle 20 siamo a Kiev, che rivedo dopo anni. E’ irriconoscibile, lussuosa, belle macchine, alberghi di tutte le categorie, ma purtroppo senza più quel fascino e mistero di antica città dell’est che conobbi quattro anni prima. Mi chiedo come sia potuto succedere tutto questo nel giro di pochissimo tempo. Pernottiamo in un confortevole albergo a quattro stelle.
La mattina transitiamo al confine ucraino ,dove iniziano i controlli russi. Fare l’assicurazione di150euro ( la nostra non è valida) passare i controlli di passaporti, visti, moto ecc ci portano via quasi due ore. Finalmente siamo in Russia, proseguiamo fino alle 22 ( ci sono due ore di fuso orario rispetto all’Italia) riposiamo in un discreto albergo nella località di Breamsk.
È il 12 luglio partenza alle 9,30 cerco di rispettare i limiti di velocità ma spesso mi lascio andare alla potenza della mia 1300. Ahimè viene fuori un poliziotto che agita velocemente un manganello. Penso subito che è finita la vacanza, ma grazie a Silvia che conosce perfettamente il Russo, ci lascia andare augurandoci “dobrii puti“,che significa buon viaggio, con la raccomandazione di andare più piano. Ringraziamo entrambi in russo, gli tendo la mano e con un sorriso mi allontano.
Ora cerco di rispettare rigorosamente i limiti sulle super strade che attraversano immense foreste con rari benzinai. Intorno alle 18 locali siamo finalmente a Mosca, bella, immensa e pulita.
Tre interi giorni li dedichiamo alla visita della città, prendiamo la metropolitana che è il modo più comodo, rapido ed economico per spostarsi.
La metropolitana di Mosca è meritatamente famosa per le opere d’arte e il design di molte sue stazioni, parecchie delle quali rivestite con marmi bianchi, bassorilievi, stucchi, mosaici e affreschi. Generalmente i treni sono puntuali ed è raro che si aspetti lungo i binari per più di 40 secondi, di solito i temi delle stazioni ferroviari sono piuttosto simili e si ispirano alla storia e alla vita quotidiana del popolo sovietico. (veramente stupiti per compostezza, pulizia e puntualità cosa ahimè qualità che mancano nelle nostre grandi città italiane).
Dapprima visitiamo l’intero Cremlino, il simbolo non solo di Mosca ma dell’intera Russia, da qui che Ivan il Terribile diffuse il terrore, Napoleone assistette all’incendio di Mosca, Lenin teorizzò la dittatura del proletariato, Chruscev combattè la guerra fredda, Gorbaciov promosse la perestroika ed Eltsin inventò la nuova Russia, sulla Piazza Rossa, ammiriamo i colori sensazionali della cattedrale di San Basilio e facciamo qualche foto con i sosia di Stallin, Lenin e Puttin.
La sera del 15 luglio prepariamo la prossima sosta. La mattina seguente visitiamo Pereslavl-zalessky sulle sponde del lago Pleshcheevo quasi a metà strada tra Mosca e Yaroslavl, ove si puo’ apprezzare la tranquilla atmosfera di campagna. La città è caratterizzata da strette stradine sterrate con case costruite da tronchi, spesso decorate da lavori di intaglio e circondate da giardini in fiore.
Subito dove visitiamo Rostov, una piccola citta’ attraversata dal fiume Don.
La giornata seguente è la volta di Kostroma antica citta’ che si trova a 300 km da Mosca. La vediamo e pernottiamo, il giorno dopo attraversiamo Vladimir e Suzdal quest’ultima conserva una buona parte degli edifici più antichi e l’atmosfera che si respira è quella di un centro di campagna sembra uscita da un libro di fiabe, per proseguire nella bella città di Nizhny Novgord dove rimaniamo due notti è chiamata a volte la terza capitale della Russia è meno cosmopolita di Mosca e San Pietroburgo, ma il suo antico Cremilino sulle rive del Volga che ghiaccia d’inverno, ne fa un posto veramente invitante, da rimanervi alcuni giorni.
La nostra intenzione è arrivare oltre gli Urali in Asia .
Il 20 luglio, intorno alle 23, giungiamo stanchi e affamati a Kazan, una delle’piu’ antiche citta’ tatare della Russia, risalente al 1005. Lo spettacolo che ci serba questa citta’ è indimenticabile: ci colpisce subito la moschea Kul Sharif illuminata, all’interno dello storico Cremlino.
Siamo arrivati in terra Tatarstan , patria dei discendenti di una tribu’ nomade di origine turca che portò distruzione e rovina nell’antica Russia.
Questo stato autonomo è carico di suggestioni dell’Asia centrale .
Da queste parti si vedono i cartelli con scritte in due lingue e la bandiera tatara.
Le giornate seguenti visitiamo lo stupendo Cremlino, che nel 2000 l’Unesco ha dichiarato patrimonio dell’umanità esso ospita gli uffici governativi e luoghi di culto oltre a bellissimi parchi.
Questi tre giorni trascorsi qui rimarranno nei nostri cuori e nelle nostri menti.
Il 23 luglio dopo una ricca colazione , indossiamo le tute antipioggia e ci allontaniamo sotto la pioggia destinazione Ufa. Faccio molta attenzione perché piove, il manto stradale non è dei migliori, la temperatura rispetto a Mosca si è abbassata notevolmente almeno di 10 gradi: il traffico di tir è intenso, ma non demordo anche perché grazie alla mia partner che conosce alla perfezione il russo, mi sento sicuro e pronto ad arrivare il piu’ lontano possibile.
Giunti ad Ufa capitale della repubblica autonoma del Bashkortostan ci rechiamo alla ricerca di un albergo, ma i pochi che ci sono pretendono delle cifre spropositate che non abbiamo trovato neanche a Mosca. Stabiliamo di continuare malgrado stia facendo buio e a sera tardi a causa del fuso orario 4 ore in piu’ rispetto all’Italia, troviamo un motel dove non esitiamo a fermarci per dormire. Qui che stabiliamo di rientrare in Moldova, perché il tempo sta nuovamente peggiorando cosi anche la rete stradale abbiamo macinato moltissimi chilometri si rientra.
L’indomani ci fermiamo a pranzare a Samara ma la visitiamo in moto perchè non ci interessa è molto caotica. Dopo un caffè proseguiamo fino al tramonto e passiamo la notte in una dimora situata lungo il percorso: è molto economica e dobbiamo adattarci a dormire su dei divani.
Notiamo in serata enormi tir che percorrono la strada verso le citta’ più grandi.

La tappa successiva è Voronezh , dopo 15 ore di estenuante viaggio, sostiamo in un piccolo albergo economico.
Al mattino, molto presto ci svegliamo, infatti dobbiamo attraversare il confine e tutta l’Ucraina. Arrivati al confine iniziano questioni: non abbiamo tutte le registrazioni degli alberghi e cosi la polizia doganale russa ci trattiene oltre un’ora per dare e avere spiegazioni. E’ ancora Silvia che chiarisce tutto finchè possiamo ripartire senza pagare nessuna sanzione. Stressati, innervositi cerchiamo di recuperare il tempo perduto. La temperatura è nuovamente alta e viaggiamo per 15 ore giungendo a Carpineni (Moldova) in tarda serata. Il 16 agosto, con comodità, partiamo dalla Moldova attraversiamo la Transilvania in tutto il suo splendore, Ungheria e Austria, in quest’ultima troviamo temporali ma tutto va bene. Il 18 siamo in Italia e ci fermiamo Tarvisio.
Il 19 mattina partiamo per essere nelle prime ore del pomeriggio a Roma. Abbiamo percorso nella sola Russia oltre 9000km per un totale di oltre 15000 nell’intera vacanza.
Un grazie a tutti gli sponsor che mi hanno sostenuto in questo viaggio.
Bergamaschi, Bertoni, castrol ,autocarrozzeria Sosio, Dunlop, nissin d.i.d. k&n Tucano Urbano, Shoei, Tecnorace shark.

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Sottotitolo: 
Stati attraversati: Austria - Ungheria - Romania - Moldova - Ucraina - Russia - Kazakistan

Italiano
Tipologia viaggio: 
0

Finalmente è arrivato l’atteso giorno, alle 14 vado a prendere al lavoro la mia compagna Silvia, veniamo a casa, ultimi preparativi , si mangia e alle 19 del 31/07/08, partiamo da Roma destinazione Moldova. Viaggiamo tutta la notte, riposandoci soltanto un’oretta in un autogrill.
Alle 5,30 oltrepassiamo il confine austriaco. Proseguiamo il tragitto nella grande pianura ungherese calda e afosa , sono le 20 alloggiamo in una confortevole e gradevole abitazione di campagna nella località di Abony.
Il giorno dopo alle 7 del mattino, si riparte . Percorriamo la Romania e poco dopo la mezzanotte il 03/08/08 siamo a casa in Moldova avendo percorso in 52 ore oltre 2400 km.
Il giorno 5 andiamo nella capitale a Chisinau, ma sfortunatamente al ritorno a pochi km da casa, ci investe un temporale spaventoso, con raffiche di vento che spezzano i rami degli alberi scagliandoli sulla strada. La visibilità è quasi nulla, non possiamo fermarci, perché non vi è alcun riparo e al di sotto degli alberi è troppo pericoloso a causa dei fulmini. Decido di continuare facendo grande attenzione alle buche nella strada, ormai piene di acqua e fango. La tensione nel guidare è altissima cerco di non scivolare evitando di cadere e compromettere il nostro viaggio. Arriviamo a casa completamente fradici.
La mattina del giorno dopo alle 8 partiamo da casa. Arrivati al confine tra Moldova e la Transnistria, iniziano le solite difficoltà burocratiche, un poliziotto moldavo ci impedisce di passare in quanto sostiene che la mia revisione alla moto è scaduta e quella italiana non è valida: per questo motivo dobbiamo rientrare nella capitale per pagare la contravvenzione.
Silvia informa che in Italia ha validità due anni, ma il militare non ne vuole sapere alla fine ci propone di dargli 20 euro, accogliamo a malumore la proposta per non tornare indietro altrimenti perderemo l’intera mattinata.
Il mio morale non è tra i migliori, sicuramente tutto ciò mi ha innervosito e capisco di dover combattere ancora con tanta corruzione e burocrazia: mi chiedo, cosa sarà mai in Kazakistan con la polizia? … dopo quello che ho letto e di cui ho preso visione prima di partire?
Giungiamo ad un altro controllo e qui pretendono ancora soldi 50 euro.
Determinati contestiamo di no, che se andiamo a dare denaro a tutti i poliziotti che chiedono euro , in
Kazakistan non ci arriviamo. Rimaniamo a discutere sul confine tra la Transnistria e Ucraina per oltre mezz’ora . Visti nella nostra fermezza a non mollare neanche un euro ci lasciano passare.
Il viaggio continua facendo attenzione a non compiere infrazioni al codice della strada.
Finalmente alle 22 arriviamo a Melitopol (Ucraina), la situazione non è delle migliori abbiamo difficoltà a trovare un albergo ed inoltre la moto si surriscalda, eliminando liquido e stenta a partire. Intorno alla mezzanotte prendiamo una camera e subito dopo con un taxi andiamo ad un distributore di benzina a comprare del liquido.
Il giorno dopo alle 6,30 controllo la moto.
Solo dopo una buona colazione si parte, il Kazakistan è ancora molto lontano.
Alle 12,30 siamo a Novoazovsk tra il confine ucraino e quello russo. Stipulando l’assicurazione paghiamo il triplo, come ci confermerà più tardi un poliziotto russo in frontiera, ma ormai non possiamo tornare indietro a reclamare.
Silvia parla perfettamente la lingua e conosce il cirillico, quindi tutte le pratiche le risolve Lei con la massima tranquillità.
Alle 18 rimaniamo nella località di Sachty, il fuso orario è d 2 ore in più rispetto all’Italia adattarsi al cambio di orario non è facile. Il giorno seguente dobbiamo arrivare ad Astracan, aumento la velocità di crociera, la polizia ci ferma due volte per controlli formali e rimane meravigliata nel sapere che andiamo in Kazakistan , ci fanno tante domande: da dove veniamo? perché andiamo in Kazakistan? Ma chi ve lo fa fare? Che andate a vedere? Qualche poliziotto mi chiede se ho un paio di guanti come quelli che indosso perché vuole comprarli, e tutti sono increduli e ci lasciano andare sorridendo e augurandoci buon viaggio .
L’8 agosto arriviamo ad Astracan, i rubli non bastano per l’albergo, per cui sembrerebbe che dobbiamo trascorrere la notte fuori, ad un certo punto Silvia suggerisce di andare all’aeroporto e condivido perché più sicuro. Qui chiediamo se c’è un cambio e fortunatamente possiamo cambiare. Immediatamente glie euro in rubli e intorno alla mezzanotte prendiamo un albergo: dedichiamo due giorni alla visita di questa città situata all’estremità superiore del delta del Volga, a circa 100 km dal mar Caspio.
Visitiamo il Cremlino con la sua vasta fortezza cinquecentesca, il museo di storia e architettura,
la chiesa Ioann Zlatoust risalente al 1763 e la moschea.
10 agosto sono le 5 del mattino abbiamo percorso dalla Moldova 2073 km. Alle 11 siamo al
confine tra Russia e Kazakistan con un sospiro di sollievo risolviamo le medesime procedure di
controllo documenti e bagagli, aspettiamo tre ore alla frontiera per l’apertura della banca e poi via,
siamo in Kazakistan, il fuso orario è di tre ore avanti rispetto all’Italia.
Altri problemi notevolmente più seri sono che la benzina è disponibile solamente a 93 e solamente
qualche volta a 95 ottani, per me è causa di grande preoccupazione perché prima di partire ho
investito , oltre 6000 euro per risistemare il motore, fortunatamente la moto va benissimo.
Durante il viaggio, nelle soste osserviamo il panorama, la steppa con la sua fauna di cammelli,
bovini, ovini, falchi e grandi aquile.
Incontriamo la gente di campagna , molto umile, disponibile e sorridente, si lasciano fotografare con noi vicino alla moto e qualcuno indossa i nostri guanti e caschi. La mia eccitazione è tanta nel vedere tutte queste persone dagli occhi a mandorla , vuol dire che la Cina e la Mongolia non sono poi cosi lontani.
Per un giorno rimaniamo ad Atyrau, splendida città situata sul fiume Ural dove Silvia approfitta di registrarsi al comando di polizia.
(per me non serve , le registrazioni le ho già espletate in Italia), e qui ennesima attesa dalle 8 fino alle 13 per essere definitivamente in regola con il paese.
All’indomani , alle 9 del mattino si riparte per raggiungere Oral. Le condizioni stradali sono buone ; successivamente, andiamo ad Aktube: percorriamo 30 km di sterrato tra la polvere impiegando oltre due ore.
Mi ritorna in mente il mio faticosissimo viaggio a Dakar, ad un tratto rivivo le stesse difficoltà , la moto incomincia a riscaldarsi e parte più volte la ventola di raffreddamento, facciamo piccole soste nelle quali ci riforniamo di acqua e cibo.
Siamo completamente ricoperti di polvere e fango vogliamo, levarci al più presto da questa strada.
Si riparte … e finalmente troviamo una strada asfaltata, ma le sorprese non finiscono.
Dopo un lungo percorso di strada ottima troviamo dei cumuli di terra davanti a noi, tornare indietro per diversi km per riprendere lo sterrato non è cosa. In quel momento entrambi con mani e piedi leviamo la terra e realizziamo un piccolo spazio per passare con la moto: ce l’abbiamo fatta la gioia è immensa. Accelero per recuperare il tempo perso ma mi rendo conto che le strade in Kazakistan sono veramente un problema, mi metto l’anima in pace e tengo una media di 80 km orari è troppo pericoloso andare oltre; troppe buche , animali che attraversano la strada, mi rassegno e decido di aumentare il ritmo in condizioni migliori.
Arrivati ad un distributore di benzina ci dicono che era passata una macchina di kazaki che parlavano di noi, che eravamo in moto partiti dall’Italia: certo non è facile vedere una moto e tanto più dei turisti da queste parti, lo confermano gli abitanti del luogo, dai loro sorrisi, dalle strette di mano dalle pacche sulle spalle. Finalmente alle 20 siamo in albergo ripagati con un’ottima cena, oggi è stata la giornata più faticosa, andiamo subito a dormire.
Il 14 agosto si parte di buon ora e finalmente troviamo un’ottima strada , ne approfitto per andare più veloce, bisogna recuperare il tempo perso nelle strade sterrate.
Durante il percorso incrociamo 2 motociclisti, gli unici nella steppa, poi niente più, nelle nostre soste. Osserviamo il panorama km e km di terreno coltivati a grano, arriviamo ad Rudny alle 21.
E grazie a dei Kazaki che ci hanno accompagnati abbiamo preso un eccezionale albergo a poco prezzo ,essi ci presentano come loro amici italiani, dedichiamo anche qui due giorni per la visita della città, ed abbiamo modo di recuperare un po’le forze. D’altronde il fisico ne ha risentito: caviglie, cervicale e mani gonfie, le sollecitazioni dovute al pessimo manto stradale ,si ripercuotono giornalmente sulle nostre articolazioni , lo stress e la fatica sono enormi affrontando queste zone con una moto da uso prettamente stradale .
Alle 11 del 16 agosto lasciamo l’albergo per rientrare in Russia , alle 14,30 siamo al confine Troitsk del Kazakistan e qui c’è un’accesa discussione con un poliziotto il quale insiste che non avevo fatto la registrazione nel loro paese, per questo non mi voleva mettere il visto di uscita sul passaporto, infine giunge una poliziotta di frontiera prende il mio documento e conferma la giusta posizione perché già protocollato dall’ambasciata del Kazakistan a Roma.
Il militare che mi aveva fatto l’osservazione, fa una infelice figura davanti ai presenti anche perché oltre al mio passaporto mi consegna un documento di un’altra persona e sono io a far notare questo errore: non sapeva più come giustificarsi di tutto ciò.
Ci tranquillizziamo, ce l’abbiamo fatta , il giorno prima ci comunicano che ci sono state persone
che hanno aspettato ben otto ore prima di uscire dalla frontiera.
Intorno alle 20 siamo nella catena montuosa degli Urali che divide l’Europa dall’Asia ,si estendono per 2000 km , rimaniamo due giorni , e qui abbiamo modo di fare lunghe camminate osservando laghi ed immense foreste di betulle e pini.
Il 17 alle 6 ci alziamo e ci rimettiamo in viaggio, durante il percorso più volte i poliziotti ci fermano per controllare i passaporti , ma è solo una scusa per vedere la moto, chiedere la marca, la cilindrata, i cavalli? ecc, ecc . Ne approfittiamo per fare alcune foto e scambiare due chiacchiere.
Altri due giorni di estenuante viaggio in Russia in mezzo al traffico caotico di macchine e numerosissimi tir americani su strade prettamente deformate dall’intenso traffico.
Arrivati in Ucraina al confine si scherza con la polizia di frontiera. Senza dubbio sono più gioiosi e allegri dei russi quest’ultimi in frontiera ci hanno ispezionato tutti i bagagli, finanche sotto la sella della moto . In seguito controllo il contachilometri e riscontro che dal confine del Kazakistan al confine moldavo abbiamo percorso ben 3200 km.
Non finiscono ancora gli accertamenti , siamo in confine ucraina-transnistria , il solito poliziotto di turno ci fa scaricare tutti i bagagli e controlla con le proprie mani tutto ciò che c’è dentro e come se non bastasse controlla sotto la sella della moto, nelle parti interne della carenatura e per ultimo mi ha voluto ispezionare anche il portafoglio, facendomi posare tutto ciò, e con le proprie mani mette a setaccio ogni angolo del portamonete. Mi risento molto, dichiarando che in tutti i giri che abbiamo fatto solo qui succedeva questo, lui replica che è la prassi e alla fine ci lascia andare.
Il 25 siamo a Chisinau ospite della tv Moldova internazionale a raccontare il nostro viaggio, ci riprendono con la moto e ci intervistano per un’ora.
Soddisfatti , li salutiamo e rientriamo a casa.
Il 29 alle ore 8 si riparte per L’Italia facciamo tappa in Romania
Il 30 in serata siamo a Pontebba ( Udine) ed il 31 alle 16 siamo a Roma , avendo percorso 16.500 km .
Un grazie particolare alla mia compagna Silvia , la quale mi ha accompagnato in questo faticoso viaggio, dimostrando grande decisione, coraggio e spirito di avventura.
Una meritata riconoscenza al mio meccanico di fiducia Lalli Andrea , che ha avuto gran cura nella messa a punto della mia moto.

http://www.marcellocarucci.it/diario_2008.html

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Un viaggio che attraversa Austria, Repubblica Ceca, Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia, Finlandia, Russia, Ucraina, Romania, Ungheria

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E' il 30/07/2009, sono le 6,30: insieme alla mia compagna Silvia ci prepariamo ad affrontare un nuovo viaggio con la nostra moto. Arrivati in Austria, come per incantesimo, prendiamo la pioggia la temperatura si abbassa notevolmente, ma proseguiamo il nostro percorso fino alle 20, per poi fare sosta a Linz ( Austria ). Subito si mangia e velocemente, andiamo a dormire. Il nostro viaggio è molto lungo: dobbiamo attraversare ancora sei stati, prima di arrivare Murmansk. (Russia).

Il giorno successivo all'alba ci alziamo seguitando il viaggio. Alle 9,30 facciamo una sosta, siamo a circa 130 km da Praga alle 13 siamo in città vederla dopo oltre venti anni mi fa un certo effetto; subito prendiamo un appartamento pagando sessanta euro e ci organizziamo per visitare la capitale. La città una tra le più belle d'Europa, ci appare subito come una capitale da favola dove tutto è pulito.

Il giorno successivo ripartiamo e viaggiamo fino alle 20 riposandoci in un motel a pochi chilometri da Bialystok ( Polonia), il 02 attraversiamo la Lituania e la sua capitale Vilnius, ma decidiamo di non fermarci, la temperatura scende notevolmente rispetto all'Italia siamo a 15 gradi e fortunatamente il tempo ci è favorevole, non piove più da quando abbiamo lasciato l'Austria, proseguiamo fino a Riga (Lettonia ) dove arriviamo in albergo alle 18, la visitiamo subito fino a tarda sera. Riga è la città più grande delle repubbliche baltiche.


Girare in questa capitale diventa un rilassante passatempo. Passeggiamo di notte nelle stradine ciottolate della città vecchia, assaporando il senso di pace, vediamo gli scorci del passato, i suoi labirinti di piccola strada: diventa un vero e proprio museo all'aperto. Il suo centro storico è considerato patrimonio dell'Unesco. Dopo Riga siamo diretti a Tallin ( Estonia ).

Durante il viaggio incontriamo i primi motociclisti, chi dalla Finlandia, chi dalla Rep. Ceca, ci scambiamo qualche parola in inglese, facciamo foto per ricordare l'avvenimento e proseguiamo ancora … attraversando immense foreste di abeti e betulle e inoltre, osserviamo immensi nidi di cicogne le quali, sentendo il rumore della moto, si innalzano volando davanti a noi Il panorama è stupendo, la temperatura si abbassa notevolmente. Finalmente alle 13 del 3 agosto siamo a Tallin: controllo il contachilometri della moto e risulta che abbiamo percorso fino a questo momento oltre 3000 km.

La città, rivedendola dopo sei anni, conserva sempre il suo fascino medievale, visitare nuovamente le repubbliche baltiche questa volta non più solo, ma in compagnia di Silvia, resta più facile, Lei conosce alla perfezione il russo, ed ogni difficoltà viene risolta con naturalezza. Il 4 agosto alle ore 11 ci imbarchiamo per Helsinki ( Finlandia).

Alle 13 sbarchiamo nella capitale continuando a viaggiare senza sosta per due ore, dopodiché decidiamo di fermarci per indossare abbigliamento termico, la temperatura scende ancora di molto. Murmansk è ancora lontana; dobbiamo viaggiare più veloci, per arrivare presto in Russia. La mia esperienza passata mi insegna che il tempo non sarà clemente andando su, ed inoltre ce lo confermano i motociclisti incontrati, i quali testimoniano freddo e acqua per tutta la Finlandia. Incomincio a dare più gas alla moto, mantenendo velocità di crociera piuttosto alte, ma allo stesso tempo facendo attenzione agli autovelox, e soprattutto alle renne che pascolano vicino alla strada, spesso l'attraversano: prenderne una sarebbe un serio problema , quindi guidare diventa impegnativo e stressante.

Viaggiamo fino alle 0,30 del 5 agosto, proviamo a pernottare in due campeggi nella località di Puolanka (Finlandia), ma sfortunatamente entrambi alle 21 chiudono. A quel punto decidiamo di rimanere nelle vicinanze dell'ingresso, utilizzando delle palanche come letti; riesco a dormire un’oretta ed addirittura a sognare, Silvia un po' di meno. Intraprendere il viaggio non è cosa facile fa troppo freddo, non riusciamo più a dormire e ne approfittiamo per mangiare salmone affumicato e del formaggio accompagnato da pane nero, ci facciamo tre caffè per rimanere ben svegli e alle tre di notte riprendiamo il viaggio. Indossiamo abbigliamento termico, la temperatura è troppo rigida, l'umidità si sente tantissimo.

C'è nebbia e a questo punto, decido di non continuare e di far sosta nuovamente, aspettando l'alba al primo centro urbano facciamo sosta e dormiamo per terra nelle vicinanze di un bar chiuso. Al nostro risveglio preparo un caffè, mangiamo qualcosa e un'altra volta in viaggio, attraversando Napapiri, la linea immaginaria del circolo polare artico, in seguito siamo a Rovaniemi capitale della Lapponia, città che attira grandi e piccoli, rivederla dopo tanti anni è un'esperienza unica un viaggio indietro nel tempo per rivivere le emozioni dell'infanzia, immersi nella meravigliosa atmosfera fiabesca della città di Babbo Natale.

Alle 15 siamo a Ivalo, la meta è quasi raggiunta ed il tempo è come per magia ancora sereno, è quello che desidero più di ogni cosa, perché macinare migliaia di chilometri sotto l'acqua renderebbe il viaggio ancora più faticoso e rischioso e se poi troviamo sterrato? E se troviamo del fango? Tutto ciò è quello che mi passa spesso per la mente, lascio da parte queste piccole angosce ed insieme a Silvia rilassati davanti ad una buona tazza di caffè ci godiamo la tranquillità ed il sole nel nostro bungalow preso in un confortevole campeggio, in un bosco.

Subito dopo Silvia chiede a dei russi le condizioni stradali che affronteremo il giorno dopo, per arrivare a Murmansk, confermano una cinquantina di chilometri di sterrati e poi tutto buono. L'indomani faccio il pieno alla moto e mi porto di scorta una tanica piena di benzina, alle 9,30 partiamo e alle 11 arriviamo al confine, chiedo notizie alla polizia di frontiera Finlandese sulle condizioni stradali alle quali andavamo incontro. Ci confermano strade con avvallamenti, buche e sterrati; e nell'occasione rimangono meravigliati del nostro itinerario, mi chiedono informazioni sulla moto e poi ci salutiamo augurandoci buon viaggio.

Subito dopo arriviamo al confine russo: qui i controlli sono più severi, mi ispezionano accuratamente i bagagli, la moto, ci chiedono dove siamo diretti e poi piano piano, prendendo confidenza, guardano la moto, mi fanno domande su di essa, alla fine ci consegnano passaporti e documenti moto e poi….. via gioiosi, siamo in Russia. Avendo attraversato in otto giorni sette stati ed avendo percorso più di 6000 km. Dentro di me mi chiedo ormai è fatta, tutto è filato liscio, il tempo è sempre bello, non abbiamo avuto mai controlli dalla polizia, insomma nessun imprevisto, ma neanche a farlo apposta ecco dinanzi a noi lo sterrato. Prima di affrontarlo voglio rifare il pieno, l'unico distributore tenuto malamente non ha il carburante, affrontiamo la pista ad una velocità bassissima tra prima e seconda e spesso devo fermarmi perché accuso dolori alle mani, la moto è carica, si fa sforzo a tenerla stabile, la paura di cadere è tanta, e mi torna nuovamente l'angoscia della pioggia, se il tempo fosse stato brutto fare questo tratto di strada non so come avremmo fatto.

Finalmente, terminata la strada bianca, inizia il manto stradale buono e lascio scaricare i cavalli della moto in questa immensa foresta di abeti e betulle. Dinanzi a noi attraversano spesso degli scoiattoli, ma purtroppo arriva il momento che la benzina finisce, prendo la tanica di scorta, travaso il carburante nel serbatoio e nuovamente via …..alle 17 siamo a Murmansk. e qui spostiamo nuovamente di un'ora in avanti le lancette dell'orologio la differenza oraria rispetto all'Italia è di due ore. Dopo una bella doccia, andiamo a visitare la città più grande del circolo polare artico.

Muovendoci per la città, noto subito un particolare: sfrecciano quasi tutte le moto senza targa incuriosito, fermo un centauro e faccio chiedere a Silvia il perché di tutto questo. Come mai la polizia russa, tanto severa, rimane impassibile, a tutto ciò ? risponde il capo dei bikers di Murmansk che i poliziotti lasciano correre, in quanto se li inseguono: i centauri, per non farsi prendere, si schiantano da qualche parte. Incredulo, vedo sfrecciare nella strada principale della città larga, più di una nostra autostrada moto di alta cilindrata che alla guida ci sono spericolati senza casco, senza mani, impennano su una ruota cose che se fatte in Italia prevedono sanzioni catastrofiche. E che mi sento dire da Mikhail? Che come vado io sono troppo preciso, rispettoso del codice della strada e ci avrebbero preso in giro un po' tutti…..Mikhail ci fa conoscere altri motociclisti della città, insieme facciamo un giro per le parti più interessanti di Murmansk. Chiedo a loro un'infinità di cose.

Grazie a Silvia che mi fa da interprete la cosa che mi colpisce di più non è tanto della temperatura invernale che arriva a meno 20 gradi ma che vivono per otto mesi completamente senza luce solare e poi sempre giorno, noi stiamo vivendo il momento più bello. Alla fine facciamo una foto di gruppo per ricordare il momento e prometto di inviarne una tramite email e guardare il loro sito internet. Il giorno successivo 7 agosto, si parte. Ci fermiamo solo un attimo per fare delle foto con la moto, vicino ad un cartello con scritta cirillico che indica Murmansk e poi via, alternando piccole pause per arrivare alle 21,50 a Medvezegork ( Russia), avendo percorso 820 km, e li sentiamo tutti per le condizioni stradali non buone. L'8 agosto, di mattina ci si alza presto e si parte per arrivare a San Pietroburgo considerata la Venezia del Baltico Arriviamo nelle prime ore del Pomeriggio, visitiamo la città in due giorni, dando preferenza alle cose più importanti, la metropoli è stupenda, io già la visitai molti anni fa e concordo con Silvia che Mosca è a nostro avviso unica.

Il 10 agosto alle 8 partiamo da San Pietroburgo. Il nostro obbiettivo adesso è di rientrare velocemente a casa dei familiari della mia compagna in Moldova, viaggiamo fino alle 23,30 arriviamo a Briansh ( Russia). La città è deserta, riusciamo a trovare velocemente un albergo, ma non ha il parcheggio per la moto. Ci rassicurano che si può metterla al pronto soccorso dell'ospedale pagando 2 euro al guardiano e cosi facciamo. Il giorno seguente riprendiamo il viaggio: intorno alle 16,20 un poliziotto russo, nascosto dietro un cespuglio ci prende nel momento che uscivo da un distributore di benzina in accelerazione con il suo radar, mi ferma…..e la solita prassi….. passaporto, documenti moto e ci contesta i 20 km sopra il limite, non c'è stato verso…. pagata l'infrazione di 10 euro riprendiamo nuovamente il viaggio facendo molta attenzione alla polizia nascosta e pronta a colpire con i suoi rivelatori. Continuiamo attraversando l'Ucraina e riposandoci nei pressi della sua capitale Kiew Il 12 agosto alle 12,15 siamo al confine Ucraina /Transnistria e qui le solite lunghe burocrazie doganali: controlli, documenti da parte dei militi della Transnistria, i quali si dimostrano sempre ostile verso chi passa tale confine…. Ci controllano moto e bagagli. Nel pomeriggio siamo a casa di Silvia ed il contachilometri segna oltre 11.000km. Vi Rimaniamo fino al 28 alternando dei periodi di visita alla capitale Chisinau Il 29 agosto alle sette, con malincuore, salutiamo i genitori della mia compagna e ci avviamo verso il confine tutto procede bene fino a quando, in una località della Transilvania, commetto un errore nella guida, un'infrazione al codice della strada; subito, come un lampo, al centro della mezzeria della via, un poliziotto mi ferma e mi contesta l'infrazione ritirandomi la patente , che avrebbe spedito in Italia dopo sessanta giorni e mi sarebbero stati tolti due punti. Mezz'ora per spiegare le nostre motivazioni , mentre il militare scrive il verbale..….personalmente non ci speravo più , ormai la patente era andata e vedevo tutto nero e drammatico. Fortunatamente è ancora una volta la mia compagna Silvia che mi leva dai guai, convince il poliziotto che paghiamo subito la multa, la sanzione è di 50 euro, ne do 40 dopo essermi assicurato che i documenti sono al sicuro nel mio portafogli.

Come se non bastasse vengo avvisato di andare piano fino al confine, perché se avessi commesso un'altra volta l'infrazione per la quale ero stato fermato, la patente mi sarebbe stata ritirata. A tutto ciò assistono gli automobilisti romeni, i quali applaudono e sorridono alle nostre spalle. Ciò mi fa riflettere e mi spaventa: sto ancora più attento nella guida e soprattutto ai limiti di velocità. Viaggiamo fino alle 20, è ormai buio, pernottiamo in un motel, siamo a circa 130 km da Oradea Il giorno 30 ripartiamo e sinceramente, non vedo l'ora di lasciare la Romania (ogni volta che si attraversa, c'è sempre un problema …..). Adesso ci si mette anche la pioggia, ma fortunatamente dura soltanto un'ora, il tempo si rimette e viaggiamo l'intera giornata attraversando il resto della Romania, l'Ungheria, e l'Austria per arrivare a Ponteba in Italia alle 18.

Il giorno 31 alle 14 siamo a Roma. La vacanza è finita abbiamo attraversato i seguenti stati : Austria, Rep,Ceca, Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia Finlandia, Russia, Ucraina, Moldova, Romania, Ungheria, avendo percorso 14.500 km.

http://www.youtube.com/watch?v=YhTqbBoM6yI


Un grazie particolare alla mia compagna Silvia , dimostrando ancora una volta grande tenacia e Spirito di avventura, necessario per chi viaggia in moto come me.

Un ringraziamento a tutti i miei sponsor tecnici.
Bergamaschi, Bertoni, D.I.D , Defenstec, Gensan, D'Amico Design, Diadora, Ferracci, Giali, Gubbellini, Lady Chimica Italia Forbikes, K& N, Metzeler, Nissin , Nolan, Rinolfi, Tucano Urbano.

Un ringraziamento al Dott .Direttore Editoriale Alessandro Cortellessa di Due Ruote News

Tratto da http://www.marcellocarucci.it/

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