Ucraina

Sottotitolo: 
Il viaggio in moto di per sé vale molto più della meta

Italiano
Tipologia viaggio: 
0

Categoria viaggio:

Una doverosa premessa: andate!

 

L’Ucraina è una terra splendida, affascinante e un tantino indecifrabile. Le strade che si percorrono sono spesso malridotte dal passaggio dei camion stracarichi su di un asfalto di per sé piuttosto precario già nella sua fragile consistenza. Le attenzioni alla guida, che devono necessariamente essere costanti, sono molteplici, dalle numerosissime buche, ai solchi sull’asfalto per il motivo anzidetto, dall’attraversamento improvviso di pedoni (che sbucano dal ciglio della strada e provengono da chissà quale villaggio) e di carri trainati da cavalli, alla riduzione improvvisa (da 100/h a 5 km/h) da parte del mezzo che vi precede perché deve cambiare corsia per schivare una buca profonda almeno 15/20 cm!!! Si attraversano centri abitati, villaggi e città, percorrendo strade di tutti i tipi. Le indicazioni sono espresse solamente in cirillico ed è quindi consigliabile avere un navigatore aggiornato oltre ad una cartina con le tappe ben evidenziate in caso di richiesta informazioni. Prima di raccontare il mio percorso voglio precisare che io sono fervido un sostenitore che “il viaggio in moto di per sé vale molto più della mèta”.

 

Primo giorno - venerdì:

Vicenza - Budapest km 763

I km sembrano tanti, ma si tratta di una strada diritta che “costeggia” il lago Balaton. Vignetta obbligatoria (euro 7,50) per la Slovenia e l’Ungheria (euro 5,50).

Budapest è una città fantastica. Si mangia bene senza spendere molto. Bellissimo il centro, le luci che si specchiano sul Danubio, i szimplekert, bar improvvisati da giovani imprenditori all’interno di ex fabbriche.

Consiglio un hotel un po’ lontano dalla movida notturna, un po’ per non rischiare di trovare la moto segnata per essere stata la panchina notturna di qualche ubriaco ed un po’ per non sentire schiamazzi fino a notte fonda. Altro consiglio, prima di rimettersi in viaggio, visitare il bellissimo Mercato coperto e fare un po’ di scorta di paprika.

 

Secondo giorno - sabato:

Budapest – Lviv km 574

Due le raccomandazioni: 1. Passare per la dogana di Luzhanka (dopo la cittadina ungherese di Beregsurany) per evitare lunghe colonne di auto e 2. Evitare i Carpazi più “duri” e quindi seguire semplicemente la strada principale e/o le auto ucraine, al fine di evitare di forare in luoghi dimenticati da anima viva e/o di arrivare al Lviv troppo tardi.

La strada fino a Beregsurany è praticamente un’autostrada. Poi, passata la dogana, il paesaggio cambia radicalmente. E’ a questo punto che vi ricorderete delle raccomandazioni di cui in premessa.

La città del Lviv è un tantino fuori dagli schemi ucraini. A differenza delle atre città ucraine, è un pochino colorata, ha uno stile vagamente europeo, le strade centrali sono formate da pavè. Il motivo è semplice: fondata da Papa Leone IV, si tratta della città che i nostri libri di storia chiamano Leopoli.

 

Terzo (e quarto) giorno – domenica e lunedì:

Lviv – Kiev km 540

Inutile dire di sostare almeno un giorno intero in questa nuova città. Kiev offre una marea di pub, ristoranti, discoteche, oltre alla visita del suo meraviglioso centro e della poco lontana Prypjat (Chernobyl - km 170) avvalendosi dei tour organizzati. In merito a quest’ultima visita vi sono due considerazioni da fare: 1. Non sono convinto che il livello di radiazioni sia effettivamente al di sotto delle soglie consigliate dagli esperti e 2. dal momento che i nominativi dei visitatori devono pervenire agli addetti alla sicurezza del sito alcuni giorni prima della visita, è necessario prenotare il tour prima di affrontare il viaggio avvalendosi di internet. Per quanto riguarda invece il centro di Kiev, da non dimenticare una visita alla via Khreschatik, a tutta la zona underground - molto utile in inverno e ricca di ogni genere di negozi– raggiungibile da molti sottopassi, al centro commerciale Globus, alla vertiginosa discesa della metropolitana, alla zona “Idropark”, alla “città vecchia”, nonché assaporare un po’ di vita notturna.

 

Quinto giorno - martedì:

Kiev – Odessa km 484

Finalmente una strada un po’ decente. A dire il vero solamente alcuni tratti sono simili alle strade europee. Comunque sia, il tratto Kiev – Odessa è lineare, un tantino trafficato, ma lineare. Odessa è una città fantastica, ricca di locali diurni e notturni. Inoltre nel periodo estivo si può trascorrere la serata e parte della notte nella zona Arkadia, una zona interamente dedicata al divertimento, in cui si concentrano discoteche, bar e ristoranti a ridosso del mare. Il consiglio, quindi, è quello di cenare in centro città e poi spostarsi con il taxi in tale zona. Da non perdere la via centrale Deribasovkaya, scalinata Potemkin (è la scalinata della famosa carrozzina e dell’occhio della madre, nonché cagata pazzesca per fantozzi) ed i giardini limitrofi (oltre all’Arkadia, come sopra suggerito). Per chi volesse intrattenersi qualche giorno in più, consiglio di visitare il Sidmoil Kilometer, vero paradiso degli “affari” di e per qualsiasi cosa abbiate bisogno di acquistare.

 

Sesto giorno - mercoledì:

Odessa – Ternopil km 667

Anche se il navigatore suggerisce una strada un pochino più corta e diretta, il consiglio è quello di percorrere la direttrice Odessa – Kiev almeno fino a Uman, per poi proseguire per Vinniza ed in fine Ternopil, in quanto è sicuramente più scorrevole e garantisce un maggior numero di ristoranti, punti di ristoro e soprattutto stazioni di servizio per il rifornimento. Ternopil è una tipica cittadina ucraina nord occidentale, ben tenuta, filoeuropeista, poco caotica. Nulla di particolare a parte il laghetto artificiale molto grazioso ed una via centrale che offre parecchi locali puliti per colazioni “quasi” europee.

 

Settimo giorno – giovedì:

Ternopil – Cracovia km 464

Non fatevi ingannare dal chilometraggio: bisogna passare la dogana di Cracovetz. A parte il doveroso sorpasso di tutti i mezzi a quattro ruote, arrivati in dogana, ora frontiera della Comunità Europea, mettetevi comodi perché i tempi di attesa non sono cortissimi, oltre a “subire” un controllo relativamente attento. Tale attenzione è rivolta in particolare a stanare il traffico di alcolici, sigarette (massimo 2 pacchetti!) e carburanti. A parte il fatto che Cracovia vanta una piazza favolosa patrimonio dell’Unesco, per chi avesse a disposizione un giorno in più di vacanza è consigliabile una visita guidata al 1. Campo di concentramento di Aushwitz e museo di Birkenau e 2. Grotte/Miniere di sale. Anche in questo caso è consigliabile prenotare la visita con l’ausilio di internet non dimenticando che alcuni tour operator organizzano la visita di entrambi i siti (campo + museo e miniere) nel medesimo giorno.

 

Ottavo giorno - venerdì:

Cracovia – Szombathely km 591

La scelta specifica di tale cittadina ungherese è dovuta solamente al fatto che un amico di vecchia data ha aperto un ristorante (il “Bellagio”) ed avevo quindi voglia di farmi coccolare un po’ con cibi e bevande italiane. A parte quindi la specificità della scelta, l’intenzione era comunque di passare per Zilina e Bratislava, al fine di 1. Evitare il rientro dall’Austria, 2. sfruttare le vignette ungheresi e slovene già pagate e, se si parte presto, 3. fare una tappa veloce per visitare il centro di Bratislava.

 

Nono giorno - sabato:

Szombathely – Vicenza km 582

La strada slovena è la medesima dell’andata e, a seconda dell’orario in cui passate, le scelte, per un buongustaio, sono 2: pranzo nel centro di Lubjana (e relativa velocissima visita) o a base di pesce a Pirano (con ovvia deviazione).

 

Ovviamente rimango a disposizione per qualsiasi ulteriore informazione e/o chiarimento.

Ps: mi stavo dimenticando: seppur la guerriglia in realtà non è mai cessata, le zone attraversate, oltre a non esserne mai state colpite, sono anche estremamente lontane da tale conflitto non solamente dal punto di vista fisico/chilometrico/geografico ma anche politico, economico ed istituzionale. Quindi, non preoccupatevi di tale fatto.

Altra considerazione, il cambio non è mai stato così particolarmente vantaggioso ed in Ucraina si mangia molto bene!

Immagine: 

Sottotitolo: 
Austria - Ungheria - Romania- Moldova - Trasnistria - Ucraina - Repubblica Autonoma della Crimea - Russia- Kazakistan andata e ritorno km 17.300

Italiano
Tipologia viaggio: 
0

E’ il 21 luglio del 2011, sono le ore 18,15, parto da Roma  per un nuovo tour: destinazione Uzbekistan.

Intorno alle 0.35, nei pressi di Venezia, faccio una prima sosta, mangio un panino, prendo un caffè, mi copro di indumenti termici e continuo il mio viaggio nella notte un po’ gelida.
Alle 4.30 del mattino del 22 luglio entro nella bellissima Austria, il tempo è nuvoloso e nonostante sia coperto con pantaloni e maglie termiche, sento freddo.  Fortunatamente non piove, spesso incontro banchi di nebbia e percepisco la forte umidità che mi entra nelle ossa.
Alle  6,30 faccio nuovamente una sosta breve in un autogrill, dove, per scaldarmi, prendo un the caldo associato ad un caffè che deve tenermi sveglio. Il viaggio è lungo farò la mia prima sosta in Romania, fino ad ora ho viaggiato per dodici  ore e percorso 923 km.
Alle 8 entro nella splendida Ungheria, ormai attraversata nei miei viaggi per ben otto volte, la temperatura è leggermente più alta, segna 11 gradi, faccio una sosta e approfitto per assumere cibo.
Purtroppo a Budapest c’è un festival, quindi devo fare una strada alternativa che determina un rallentamento sulla tabella di marcia.
Alle 17 sono in Romania, sposto le lancette dell’orologio un’ora avanti per il fuso orario e continuo a viaggiare fino alle 19, giunto a Deva, trovo un motel.
Il giorno successivo, suona la sveglia alle 4,30. Come mia abitudine faccio una ricca colazione e alle 5 salgo in moto per proseguire il viaggio fino alle 10,30. Effettuo una sosta e mi rifocillo.
Mi trovo a 90 km dalla città di Brasov, il tempo è ottimo e mi diverto molto con la mia moto sulle strade di montagna, con curve e tornanti, e sui rettilinei, dove posso scaricare buona parte dei cavalli del mezzo. La polizia è assente,  per cui ho una andatura piuttosto veloce.
Alle 15,45 mi trovo a Vaslui, ormai nelle vicinanze del confine Romania/Moldova, mi riposo 15 minuti per affrontare con più vigore la burocrazia in dogana.
Nel frattempo osservo il panorama della campagna avvolto dal silenzio e da una sorte di pace interiore. Poco dopo sono in frontiera, supero i vari controlli e mi dirigo nel paese di Carpineni, un villaggio tra le campagne a 70 km da Chisinau capitale della Moldova.
Alle 18,30 sono a casa avendo percorso 2435 km .
Ceno con un piatto a base di Bors e a seguire, gastronomie di piatti tipici moldavi.
Intorno alle 22 vado a dormire 
Il giorno successivo mi sveglio alle 7,30 dopo un lungo sonno, interrotto solamente da un forte crampo alla gamba destra, causato sicuramente dai muscoli affaticati durante il viaggio.
Inizio la giornata con una colazione a base di invirtita e caffè.
Successivamente  preparo i bagagli per il viaggio che continuerò con Silvia dal primo agosto per arrivare in Uzbekistan.
In ultimo un controllo generale alla moto.
 Il 25 luglio  mi dirigo a Hancesti dove effettuo delle compere, rientrato in casa mi metto a lavorare al pc tenendo informati alcuni forum motociclisti del mio viaggio. Nel tardo pomeriggio intorno alle 18 mi tengo allenato facendo jogging  tra le campagne circondate da coltivazioni di vigneti e girasoli.
Il 27 luglio faccio una visita a Chisinau, faccio spese e colgo l’occasione per pranzare al mio solito ristorante (ormai da 6 anni) per poi rientrare a casa in tardo pomeriggio.
Dopo  aver cenato, prendo la moto e faccio un giro nelle vicinanze andando a Mingir, un paese distante  pochi km, una delusione: per le strade, tolto un numero di persone che non coprono le dita delle mie mani non vedo nessuno, sembra che ci sia il coprifuoco, le strade sono completamente prive di luce, non esiste illuminazione, non vedo case neanche illuminate, d’altronde la Moldova e tra i paesi più poveri al mondo.
Mi metto ad osservare il cielo stellato, c’è una grande pace e silenzio, interrotto solamente da numerose cicale e da alcuni cani che abbaiano, spesso vedo venir giù meteoriti in un cielo limpido ed esprimo alcuni desideri, uno tra tanti: che il viaggio vada per il meglio.
 Il 29 luglio, nel pomeriggio, a cavallo della mia moto con zaino in spalla pieno di giocattoli, cappellini, magliette, incontro dei bambini ai quali consegno il tutto mentre ai più grandicelli molti dei quali già conosco, faccio a fare un giro sulla  moto.
La gratificazione e la gioia in me è tanta e capisco come con poco si può aiutare il prossimo  mi rattrista però , vedere bambini scalzi, sporchi, che si dedicano al pascolo di bovini, caprini  e guardandomi, magari sognano un giorno di possedere una moto o una vita migliore, o forse un paio di scarpe che attualmente non possono permettersi.
I loro sorrisi mi rimangono impressi e mi commuovono.
Il 30 luglio è il giorno di arrivo di Silvia all’aeroporto di Chisinau, purtroppo le previsioni meteo confermano pioggia con grandinate, la cosa mi preoccupa, perché fare 140 km tra andata e ritorno non è piacevole. Alle 15,40 osservo il cielo ,è minaccioso, nuvoloso si  prevede  un forte temporale,
cerco di anticiparlo, salgo in moto e via veloce verso la capitale, durante il tragitto riesco a prendere poca pioggia, mentre alcuni centri, tra cui la capitale, li trovo letteralmente allagati con detriti e fango. Nel percorre la  strada presto molta attenzione per non scivolare.
Alle 17 sono all’aeroporto ma vedo con molta malinconia che l’aereo partito da Roma con Silvia viaggia un’ora di ritardo. Attendo con pazienza. Alle 19,20 c’è lo scalo di Silvia, si caricano le valigie sulla moto e via veloci verso casa. Si cena insieme ai suoi familiari e ci dilunghiamo fino a sera tarda per poi augurarci una  buona notte.
Finalmente è il 1 agosto ,giorno di partenza per il nostro tour, destinazione Uzbekistan con visita a Samarcanda, Bukara  e Kiva.
Alle 6,15 ci si alza, ci si prepara, salutiamo i genitori di Silvia e alle 8 partiamo. Alle 9,50 siamo al confine Moldova /Trasnistria il cui  superamento è veloce.
Poco dopo  siamo nella temibile Trasnistria. Lo spostamento fin qui è stato piuttosto veloce abbiamo a nostro favore bel tempo e buone strade la media del viaggio è piuttosto alta, ma stiamo molto attenti alla polizia nascosta pronta a multarti in caso di infrazioni al codice stradale.  
Come nei viaggi precedenti lascio risolvere a Silvia tutta la burocrazia doganale, con la compilazione di moduli in cirillico, ahimè, so per  esperienza quanto sarebbe più complicato da solo. Ma nonostante ciò i poliziotti si inventano che dobbiamo  avere un altro modulo compilato, che nella precedente dogana non ci hanno consegnato. Secondo l’agente di polizia dobbiamo ritornare indietro, cosa che ci farebbe perdere moltissimo tempo. In cambio ci chiede spaghetti o souvenir, noi diciamo un secco no, alla fine, dopo un tira e molla di 30 minuti,  devo sborsare dieci euro e consegnarli di nascosto da occhi indiscreti. La cosa mi innervosisce anche se la somma è irrisoria,  è il gesto e la corruzione che mi fanno perdere il controllo e comincio ad imprecare.
Alle 12,05 siamo sul confine ucraino passandolo nella maniera più serena possibile. Continuiamo il viaggio e alle 19,30 siamo in un bel motel nella località di Primorsk.
Il 2 agosto ci alziamo a fatica, prima della partenza controllo il livello dell’olio della moto, ne manca un po’,  lo  aggiungo e subito dopo in marcia;  alle 9 siamo sul confine Ucraina/Russia, mettiamo l’ora dell’orologio  un’ora avanti per via del fuso orario .Difficoltà su difficoltà burocratiche ci fanno perdere molto tempo alla fine alle 12 entriamo stressati in terra  Russa.
Dopo tre ore di viaggio, alle 15 facciamo sosta ad un benzinaio, pranziamo e ci riposiamo: fa un caldo insopportabile .
Ripreso a viaggiare incontriamo dei grandi sciami di cavallette che, ad occhio, sembrano grandi come passeri, sono a migliaia, molte le travolgiamo con la moto, parecchie ci urtano sui caschi in modo violento, sembrano sassate ..mai visto niente del genere rimaniamo sbalorditi. 
Viaggiamo fino alle 21  per poi alloggiare in un confortevole motel al prezzo di 1200 rubli.
3 agosto:  ci svegliamo alle 5,30, come routine colazione e partenza, purtroppo, durante il nostro percorso di viaggio, alle 9.10,  dobbiamo fermarci e a malincuore coprirsi con tute antipioggia oltre che con indumenti termici, piove e fa freddo, percorriamo per oltre un’ora il nostro viaggio sotto le intemperie, fortunatamente torna  il sereno, ma interviene un altro agente atmosferico, il vento. La guida diventa faticosa e si fa sentire sulle braccia e spalle, la moto spesso assume una posizione inclinata a causa delle raffiche di vento e devo fare molta attenzione a non perdere il controllo del mezzo.
Alle 14 siamo in frontiera  Russia/Kazakistan, la stessa che abbiamo affrontato nel 2008, mettiamo ancora avanti di un’ora le lancette dell’orologio. Le pratiche burocratiche sono velocissime, continuiamo il nostro viaggio affrontando  strade sconnesse e la steppa che ai nostri occhi si presenta come una grande pianura secca, costituita da erbe per lo più graminacee ed arbusti. Osserviamo alcune abitazioni,  sono in fango e paglia, mentre le migliori in muratura.
Ci fermiamo e scattiamo qualche foto, riprendiamo con la telecamera, un kazako dalla sua abitazione ci nota , è a torso nudo, si mette una camicia e viene a conversare con noi.
Silvia ci fa da interprete, lo salutiamo e  ricambio con un omaggio di un cappellino ed una maglietta, la sua cortesia di averci invitato nella sua abitazione.
Nel nostro prosieguo  incontriamo mandrie di bovini e cammelli che pascolano  liberamente, mentre  incrociando autovetture gli automobilisti  suonano il clacson  e ci salutano con la mano.
Non è cambiato niente,  è il Kazakistan che abbiamo conosciuto nel 2008, le strade in buona parte disastrate, la steppa calda e rovente, la gente sorridente e cordiale.
Siamo felici di rivivere una nuova esperienza , spingendoci più a sud.
In serata, arrivati ad Atyrau situata sul fiume Ural, andiamo a pernottare allo stesso albergo che utilizzammo nel nostro precedente viaggio. Si ricordano di noi e della moto,  siamo rimasti nei loro cuori l’accoglienza è commovente. Alle 21 andiamo a cenare al centro e alle 23,30 andiamo a riposarci.
Il giorno seguente la sveglia suona alle 6,  alzarsi è un’impresa,  i segni del viaggio di ieri sono presenti nei nostri visi, ho le mani gonfie, la cervicale dolorante,  le spalle indolenzite e anche Silvia accusa qualche acciacco. Mi affaccio alla finestra e vede il cielo nuvoloso,   tira vento , dopo colazione si riparte immediatamente. Alle 13 siamo nella città di Oral. Ci organizziamo per arrivare ad Aktòbe  muniti di  taniche di benzina,  la tanica  vuota portata dall’Italia  a contatto con il terminale della moto era scoppiata forandosi , quindi ci restava   una tanica da 5 litri che si utilizza per acqua distillata e,  perciò, poco affidabile. Ci mettiamo alla ricerca di qualcosa di più adatto  tra i mercati,  ma niente da fare, è come trovare un ago in un pagliaio , decidiamo di non perdere tempo,  compro una tanica da 5 litri di acqua minerale,   la svuoto e riempio entrambe le taniche di benzina, più il pieno alla moto e una bottiglia  di plastica da due litri. Ci prepariamo ad affrontare  una buona parte della steppa dove non si  trovano   benzinai per oltre 350 km. Spesso durante il cammino ci fermiamo e controlliamo le taniche che con il calore si dilatano , svitiamo lentamente i tappi ed eliminiamo l’aria , azione molto delicata, ma  se una delle taniche o bottiglia dovesse scoppiare sarebbe la fine. ….. non ci resta altra soluzione, affrontare il cammino  coscienti del serio pericolo 
Per evitare di avere  a  contatto diretto  tra le mie spalle ed il corpo di Silvia il combustibile ad ogni diminuzione del livello di carburante nella moto ci fermiamo a riempire il serbatoio con le nostre scorte.
Alle 21 entriamo in città dalla via principale,  riesco ad arrivare anche qui all’albergo che  utilizzammo nel 2008.
Il 5 agosto mi alzo alle 6 lascio,  Silvia dormire e vado a prendere la moto nel  parcheggio custodito, faccio delle operazioni di manutenzioni, cambio le pasticche anteriori e cambio olio al motore. Ritorno in camera,  facciamo colazione usciamo dall’albergo alle 8 e ci avviamo ad un bancomat per prelevare 30.000  tenghè.
Ci organizziamo nuovamente con le taniche di benzina, ci copriamo con indumenti termici la temperatura si è notevolmente abbassata, ed affrontiamo un'altra volta la steppa.
Alle 16 conosciamo  un polacco Robert, con una moto da fuoristrada fortunatamente parla il russo, faccio chiedere da Silvia quali siano le condizioni stradali e la risposta che è una fucilata al cuore .
Andare giù con la mia moto è impossibile,  non per lo sterrato che io stesso  ho attraversato più volte ma per le  dune di sabbia  che avremo trovato di li a poco. Robert  con una moto adatta, aveva rischiato di rimanere intrappolato tra una duna e l’altra. Ci chiede per informazioni sulle  condizioni stradali del nostro percorso già effettuato, e se c’erano benzinai nelle vicinanze.
Tenacemente  non voglio mollare, aspetto che passi qualcuno per avere informazioni in merito alle strade, passano dei camionisti, li fermo e chiediamo informazioni su  quello  che avremmo trovato.
 Purtroppo mi confermano ciò che Robert poco prima ci aveva raccontato. Solo a questo punto desisto dall’ andare avanti,  mi sento crollare il mondo addosso …..Oltre 500 euro tra visti, una preparazione di un anno  e poi delle carte stradali tra le migliori non affidabili, purtroppo qui come in altri paesi il tutto può cambiare in meglio o peggio da un anno all’altro.
 Silvia propone di andare ad Astana, la capitale, e  visitarla oltre ad altre località.
Nel frattempo  si sta facendo buio e sulla via del ritorno ci fermiamo in un piccolo villaggio posto nel nulla, si chiama Konsomolsk, troviamo come alloggio una  camera senza doccia ed igienicamente non consigliabile ad un prezzo di 50 euro. Non accetto e proseguiamo. Sfortunatamente il buio aumenta e proseguire nelle steppa è rischioso. Ci fermiamo ad un benzinaio e decidiamo di rimanere qui  fino all’alba. Conosciamo  i gestori del distributore con i quali familiarizziamo. A tarda sera incomincia un via vai di macchine con a bordo ceffi e balordi, tra  cui un individuo  uscito da poco dalla galera, osservano la moto parlano  in Russo con Silvia chiedendo la nostra direzione di viaggio, ma noi diamo informazioni opposte alle nostre prospettive.
L’ex galeotto tranquillizza Silvia affermando di non essere  pericoloso, dopo un po’ se ne vanno, Silvia mi comunica che è meglio andare perché secondo lei sarebbero ritornati, ma affrontare la steppa di notte non era il caso, non conoscevamo le strade, inoltre le  macchine  viaggiano nella notte a folle velocità, senza fari, con  ubriachi al volante. 
Dopo poco ritornano con più persone, la cosa mi mette tensione, ma alla fine era per fare benzina e salutarci.
Cerco poco dopo di riposarmi un po’, ma intorno alle 2 si presentano due macchine; da un Mercedes escono all’incirca 8/9 persone, da un’altra di dietro altrettanti, fortunatamente si limitano a fare benzina e ad urinare davanti a gestori del distributore, i quali si sono chiusi a chiave per una loro sicurezza.
Si rivolgono a me vedendo 2 caschi e non vedendo Silvia che e’ appartata al buio, mi chiedono se sono da solo, confermo di si, uno di loro mi chiede se gli do un casco ma con fermezza dico di no.
Fortunatamente la moto l’ho coperta con il telo e quindi non l’hanno notata subito dopo ripartono sgommando nella steppa.
A metà notte incomincia un temporale e rinunciamo anche all’idea di andare ad Astana dove adesso avremmo trovato strade con fango .
Passiamo buona parte della notte al freddo, intorno alle 6 partiamo con la pioggia e dopo un’oretta lasciamo il temporale alle nostre spalle. Durante il ritorno spesso ho dei colpi di sonno che  mi costringono a  fermarmi e riposare  sdraiato al suolo  ai margini della strada. Chissà forse c’è stato un attimo che ho anche chiusi gli occhi mentre ero alla guida.
Alle 11 della mattina siamo nuovamente ad Aqtube, stesso albergo e stessa camera, dormiamo fino alle 19, dopodiché andiamo a visitare una moschea e conosciamo il guardiano, personaggio molto carismatico e acculturato, il quale ci onora della  la sua compagnia, spiegandoci la storia della moschea.
 Mi  colpisce il  grande lampadario di origine turca fatto in vetro dal peso di 4 tonnellate!
Alle 20 usciamo in città, alle 22,30 rientriamo in camera e con il fon asciughiamo una parte dei vestiti bagnati dalla pioggia.
Alle 23,30 andiamo a dormire.
Domenica 7 agosto,  alle 6,30 sono in piedi e come al solito osservo dalla finestra, il cielo appare sereno, meno male, speriamo che lo sia per tutta la giornata  perché dovremo attraversare durante il viaggio molto sterrato, la nostra direzione è verso la città di Oral, per proseguire verso Samara Russia, dove le strade sono migliori.
Alle 8 partiamo,  percorriamo per oltre 100 km brutta strada,  intorno alle 10  facciamo un break, il tempo è nuovamente brutto e fa freddo , siamo diretti verso Samara ( Russia) , continuiamo per fermarci nuovamente a pranzare intorno alle 12,  dopo una pausa di trenta minuti ripartiamo e finalmente il tempo migliora e cosi anche le strade, ne approfitto per aumentare la velocità. Durante il tragitto alle 15,30 vediamo nella nostra direzione kazaki che vendono frutta sulla strada, mi fermo, vado loro  incontro e distribuisco ai bambini giocattoli, palloncini da gonfiare e braccialetti, nell’occasione facciamo delle fotografie  e riprese con  la telecamera.
Per dimostrare la loro gratitudine nei nostri confronti ci consegnano una busta piena di mele, poco dopo li salutiamo e proseguiamo per il nostro cammino.
Alle 17,44 entro nel confine russo e chi incontriamo? Robert il polacco che in precedenza ci aveva sconsigliato di proseguire per l’Uzbekistan per presenza di dune di sabbia.
Ci aggreghiamo e passiamo il confine con lui, subito dopo lo salutiamo perché noi andiamo più veloci e dobbiamo recarci in Crimea. Alle 20 ci fermiamo in  un motel a circa 80 km da Saratov situato tra le campagne, nell’occasione facciamo amicizia con i proprietari del locale, Silvia parla con loro in Russo chiedendo un po’ di notizie , tra cui la situazione economica attuale, si lamentano della crisi . Sostengono  che si viveva più dignitosamente quando era Unione Sovietica, che andavano avanti con 1200 rubli.
Il giorno 8 lasciamo definitivamente alle nostre spalle la steppa  secca ed arida incontrando  un paesaggio  verde con piantagione di girasole. Siamo diretti a Volgograd. Alle 11 passiamo  per  Saratov,  durante la guida faccio un sorpasso dove non è consentito, la polizia munita di tele laser ci ferma e ci contesta l’infrazione, faccio il vago e parlo in italiano, comunico a Silvia di non intervenire parlando in russo, mi fanno accomodare in macchina mi chiedono i documenti, li mostro,  subito dopo soldi o souvenir. Affermo di non possedere nulla di ciò  e continuo a far finta di non capire. Subito mi restituiscono patente internazionale, libretto della moto e mi graziano. 
Solo dopo dico a Silvia di ringraziarli e parlare in russo, a quel punto i poliziotti ridono tra loro e si sentono presi in giro, nell’occasione continua il dialogo, ci chiedono informazioni sulla moto e del nostro viaggio, dopo poco entrambi li ringraziamo in russo e ci allontaniamo facendo molta attenzione alla strada. Nel pomeriggio attraversiamo Volgograd città, brutta e caotica, per un momento provo un po’ di panico, la moto si spegne a causa di  un riscaldamento e stenta a ripartire, la lascio riposare 5 minuti per riprovare in seguito .Questa volta non esita  e subito usciamo dal caos cittadino, per sostare in serata un motel in mezzo alla campagna ad un prezzo di 1500 rubli. 
E’ il 9 agosto,  alle 5,45 mi alzo,  Silvia la lascio dormire, rifletto sul nostro insuccesso per l’Uzbekistan dovuto al mezzo non adatto e mi convinco sempre di più che, con sacrificio,  dovrò sostituire la mia moto per i miei raid con una più adatta, una bella e potente enduro.
Alle 6,30 usciamo dal motel e partiamo per raggiungere Rostov percorrendo strade secondarie, solo dopo un’ora prendiamo la principale e intorno alle 11,30, ci fermiamo in un autolavaggio per far pulire il radiatore di raffreddamento e quello dell’olio,  imbrattati da fango preso nella steppa del Kazakistan. Una volta puliti la moto respira meglio e il livello di temperatura rimane più basso.
Alle 12 facciamo sosta pranzando con uova, purè e carote.
 Alle 14 arriviamo a Rostov e ci mettiamo subito alla ricerca di un albergo. Qui i primi problemi: hanno tassativamente disposizioni di non prendere stranieri, l’unico albergo che consente è quello di fronte all’aeroporto, velocemente vi arriviamo e prendiamo una camera, sistemiamo i bagagli e subito usciamo per recarci in banca per cambiare della moneta.
Successivamente rientriamo in albergo, ci facciamo una doccia, ci cambiamo e andiamo a visitare la città effettuando foto e riprese. In serata  ceniamo ed intorno alle 23 ritorniamo nel nostro alloggio.
Il giorno seguente ripartiamo, sul  il percorso avvistiamo un monastero ortodosso di sole monache, lo visitiamo con attenzione, è ben curato e custodito nella campagna a ridosso di un fiume, alle 18 siamo ad Anapa, una piccola città della Russia europea meridionale, situata sulla costa del Mar Nero  dove alloggiamo in un albergo al prezzo di 1700 rubli.  
L’11 agosto alle nove siamo nel porto per dirigerci in Crimea, anche qui, come al solito,è Silvia che si preoccupa di tutta la burocrazia e dei ticket per il traghetto e la moto. Alle 11,50 siamo in Ucraina, spostiamo indietro le lancette dell’orologio per il fuso orario, continuiamo a viaggiare fino a quando incontriamo mezzi militari, mi fermo e chiedo il permesso per fare foto, me lo consentono. Arrivati in Crimea, una Penisola sulla costa settentrionale del Mar Nero e Repubblica autonoma vi rimaniamo alcuni giorni, apprezziamo il panorama e le strade che mi ricordano la nostra bella costiera Amalfitana. Ho modo di rivedere alcune città, come Yalta e Simferopol, che visitai in solitaria nel 2003. Vi è vita e divertimenti, ma anche un po’ di caos.
Dopo alcuni giorni trascorsi in Crimea ripartiamo per rientrare in Moldova.
Il 19 attraversiamo nuovamente la Trasnistria nella parte più vulnerabile per noi stranieri, la parte dove la Russia possiede molti  rifornimenti  bellici.
 Subito problemi, mi contestano un’infrazione al codice della strada, un  pretesto per sfilarmi soldi, mi chiedono all’inizio 6500 lei moldavi, ma dopo trattative  arriviamo ad un accordo, pago 2900 lei, chiedendo una ricevuta che in seguito la  mostro in dogana moldova mi confermano essere una grande bufala: i soldi se li è messi in tasca l’agente di polizia. Vedendo il nostro nervosismo ci assicurano che tutti i motociclisti stranieri che passano di li vengono multati con un pretesto inesistente. La cosa non mi tranquillizza, chilometri e chilometri trascorsi su otto paesi  tra Europa e Asia,  varie dogane nessun problema,  poi ogni volta che si passa in Trasnistria la solita musica …
Nel pomeriggio siamo in Moldova dove ci riposiamo ed alterniamo delle visite nella capitale e città limitrofe.
La mattina del 24 agosto con Silvia mi reco in ospedale di Carpineni per prendere dei farmaci per i suoi familiari. Osservo nella stanza del dentista la dottoressa che esercita la sua professione a porta aperta, con molti pazienti nel corridoio ad attendere il proprio turno, tra i quali molti bambini.
Non si osserva la minima precauzione di igiene e privacy. Il medico opera senza guanti, mette le mani in bocca dei pazienti,  dubito anche sulla sterilizzazione degli utensili da lavoro.
Finisce il lavoro limitandosi a sciacquarsi le mani senza sapone ed asciugarsele  con un asciugamano .Tutto ciò  mi colpisce, ma  ancor di più  a fine prestazione  quando percepisce il proprio onorario con le sue mani e inizia subito dopo con un altro paziente senza lavarsi.
Il 26 mi reco da solo a Chisinau,  devo sostituire le gomme della moto che avevo spedito prima della mia partenza dall’Italia, l’operazione mi costa 2400 lei, poco più di 30 euro.
Il 27 agosto a Chisinau si festeggia con parata e fuochi di artificio il 20 anno di indipendenza  della Moldova dall’Unione Sovietica.
Il 28 agosto prepariamo i bagagli ed eseguo un controllo generale della moto 
Il 29 alle 7 suona la sveglia , ci si prepara e alle 8 tra le lacrime salutiamo i familiari di Silvia dandoci appuntamento al prossimo anno. Alle 8,50 siamo in frontiera, dieci minuti e siamo in quella romena anche qui molto veloci, continuiamo il viaggio di rientro, alle 19,30 siamo al solito Motel dove  facciamo sosta ormai da anni, ne approfittiamo per una cena al ristorante e poi a riposarci.
L’indomani mattina alle 6 ci alziamo ,ci copriamo  bene perché la temperatura è bassa siamo tra le montagne, ci organizziamo e subito partiamo.
Alle 14 siamo  in Austria ,  alle 18 in Italia e  sostiamo   al solito albergo di Ponteba  
Il 31 alle 16,30 siamo a Roma .avendo percorso in totale 17.300 km
 
Un ringraziamento alla mia compagna Silvia per aver superato brillantemente, questo ennesimo tour.
 
Un ringraziamento a tutti gli sponsor tecnici che mi hanno sostenuto :
Bergamaschi,Bertoni,Carrozzeria D’Amico, D.I.D ,Giali, Gensan, Gubellini, Due Ricami, Forbikes,Ferracci ,Mafra, Metzeler, Newfren, Nolan, Nissin, Tucano Urbano, Putoline, Xtreme components Rinolfi, Sixs, Teknoselle.
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Un grazie all’amico viaggiatore Adalberto Buzzin che mi ha seguito giornalmente per via sms ed email, incoraggiandomi sempre.
 
Un grazie di cuore al meccanico Piccari Claudio per l’ottima messa a punto della mia moto.
 
Saluto  tutti gli amici del Forum www.myktm.it, www.viaggiareinmoto.com ed il forum www.quellidellelica.com, i quali mi sono stati vicini, nei momenti più delicati 
Grazie a tutti e appuntamento al 2012 
www.marcellocarucci.it
Immagine: 

Sottotitolo: 
Paesi attraversati: Austria, Ungheria, Romania, Moldova, Ucraina, Russia

Italiano
Tipologia viaggio: 
0

Dopo gli ultimi controlli la moto necessitava di un'ulteriore definitiva messa a punto, poichè presentava ancora un eccessivo riscaldamento del motore, con uscita del liquido refrigerante, ed un folle che non entrava a moto ferma, ma solo in movimento.
Il desiderio di partire è, però più forte delle necessità della moto ed eccomi pronto per la meta: la Russia.
È il 5 luglio, dopo pranzo mi riposo qualche ora e decido di partire con il fresco per viaggiare tutta la notte, eludendo il caldo eccessivo: oggi il termometro segna quasi 40 gradi.
Finalmente è ora, preparo la moto, saluto i familiari e via per una nuova avventura…
Sono le 17,40: ultimo controllo al mezzo, ai bagagli e documenti prima di mettermi in viaggio. Non vedo l’ora di raggiungere Silvia, la mia compagna che mi aspetta in Moldova, per poi proseguire insieme in vacanza ...
Viaggio tutta la notte fermandomi ogni tanto in autogrill per prendere un caffè, in modo da tenermi sveglio.
Arrivato in Austria trovo subito pioggia e freddo (il termometro segna 10 gradi), mi copro con tutto quello che ho, ma la notte tra i monti austriaci è veramente fredda. Sono costretto a sostare più volte in stazioni di servizio scaldandomi con te caldo. Continuo a viaggiare tutto il giorno seguente. A sera tardi, arrivo a ad Orada in Romania, dove finalmente mi riposo.
La mattina successiva alle 7 parto e continuo ostinato il mio viaggio; dopo ben 12 ore di moto, confortato solo dai bei paesaggi che incontro, alle 19 arrivo in Moldova, avendo percorso in due soli giorni 3479 km.
Giunto a casa dei familiari di Silvia mi riposo per poi ripartire insieme.
È il 10 luglio.
Collocate le borse sulla moto, alle 8 salutiamo la famiglia e diamo avvio alla nostra avventura. Prima sosta alle 12, al confine Biroul Vamal, dove attendiamo un’ora per prendere il barcone che deve portarci sull’altra sponda. Qui siamo in Ucraina e dopo altri controlli, proseguiamo. Alle 20 siamo a Kiev, che rivedo dopo anni. E’ irriconoscibile, lussuosa, belle macchine, alberghi di tutte le categorie, ma purtroppo senza più quel fascino e mistero di antica città dell’est che conobbi quattro anni prima. Mi chiedo come sia potuto succedere tutto questo nel giro di pochissimo tempo. Pernottiamo in un confortevole albergo a quattro stelle.
La mattina transitiamo al confine ucraino ,dove iniziano i controlli russi. Fare l’assicurazione di150euro ( la nostra non è valida) passare i controlli di passaporti, visti, moto ecc ci portano via quasi due ore. Finalmente siamo in Russia, proseguiamo fino alle 22 ( ci sono due ore di fuso orario rispetto all’Italia) riposiamo in un discreto albergo nella località di Breamsk.
È il 12 luglio partenza alle 9,30 cerco di rispettare i limiti di velocità ma spesso mi lascio andare alla potenza della mia 1300. Ahimè viene fuori un poliziotto che agita velocemente un manganello. Penso subito che è finita la vacanza, ma grazie a Silvia che conosce perfettamente il Russo, ci lascia andare augurandoci “dobrii puti“,che significa buon viaggio, con la raccomandazione di andare più piano. Ringraziamo entrambi in russo, gli tendo la mano e con un sorriso mi allontano.
Ora cerco di rispettare rigorosamente i limiti sulle super strade che attraversano immense foreste con rari benzinai. Intorno alle 18 locali siamo finalmente a Mosca, bella, immensa e pulita.
Tre interi giorni li dedichiamo alla visita della città, prendiamo la metropolitana che è il modo più comodo, rapido ed economico per spostarsi.
La metropolitana di Mosca è meritatamente famosa per le opere d’arte e il design di molte sue stazioni, parecchie delle quali rivestite con marmi bianchi, bassorilievi, stucchi, mosaici e affreschi. Generalmente i treni sono puntuali ed è raro che si aspetti lungo i binari per più di 40 secondi, di solito i temi delle stazioni ferroviari sono piuttosto simili e si ispirano alla storia e alla vita quotidiana del popolo sovietico. (veramente stupiti per compostezza, pulizia e puntualità cosa ahimè qualità che mancano nelle nostre grandi città italiane).
Dapprima visitiamo l’intero Cremlino, il simbolo non solo di Mosca ma dell’intera Russia, da qui che Ivan il Terribile diffuse il terrore, Napoleone assistette all’incendio di Mosca, Lenin teorizzò la dittatura del proletariato, Chruscev combattè la guerra fredda, Gorbaciov promosse la perestroika ed Eltsin inventò la nuova Russia, sulla Piazza Rossa, ammiriamo i colori sensazionali della cattedrale di San Basilio e facciamo qualche foto con i sosia di Stallin, Lenin e Puttin.
La sera del 15 luglio prepariamo la prossima sosta. La mattina seguente visitiamo Pereslavl-zalessky sulle sponde del lago Pleshcheevo quasi a metà strada tra Mosca e Yaroslavl, ove si puo’ apprezzare la tranquilla atmosfera di campagna. La città è caratterizzata da strette stradine sterrate con case costruite da tronchi, spesso decorate da lavori di intaglio e circondate da giardini in fiore.
Subito dove visitiamo Rostov, una piccola citta’ attraversata dal fiume Don.
La giornata seguente è la volta di Kostroma antica citta’ che si trova a 300 km da Mosca. La vediamo e pernottiamo, il giorno dopo attraversiamo Vladimir e Suzdal quest’ultima conserva una buona parte degli edifici più antichi e l’atmosfera che si respira è quella di un centro di campagna sembra uscita da un libro di fiabe, per proseguire nella bella città di Nizhny Novgord dove rimaniamo due notti è chiamata a volte la terza capitale della Russia è meno cosmopolita di Mosca e San Pietroburgo, ma il suo antico Cremilino sulle rive del Volga che ghiaccia d’inverno, ne fa un posto veramente invitante, da rimanervi alcuni giorni.
La nostra intenzione è arrivare oltre gli Urali in Asia .
Il 20 luglio, intorno alle 23, giungiamo stanchi e affamati a Kazan, una delle’piu’ antiche citta’ tatare della Russia, risalente al 1005. Lo spettacolo che ci serba questa citta’ è indimenticabile: ci colpisce subito la moschea Kul Sharif illuminata, all’interno dello storico Cremlino.
Siamo arrivati in terra Tatarstan , patria dei discendenti di una tribu’ nomade di origine turca che portò distruzione e rovina nell’antica Russia.
Questo stato autonomo è carico di suggestioni dell’Asia centrale .
Da queste parti si vedono i cartelli con scritte in due lingue e la bandiera tatara.
Le giornate seguenti visitiamo lo stupendo Cremlino, che nel 2000 l’Unesco ha dichiarato patrimonio dell’umanità esso ospita gli uffici governativi e luoghi di culto oltre a bellissimi parchi.
Questi tre giorni trascorsi qui rimarranno nei nostri cuori e nelle nostri menti.
Il 23 luglio dopo una ricca colazione , indossiamo le tute antipioggia e ci allontaniamo sotto la pioggia destinazione Ufa. Faccio molta attenzione perché piove, il manto stradale non è dei migliori, la temperatura rispetto a Mosca si è abbassata notevolmente almeno di 10 gradi: il traffico di tir è intenso, ma non demordo anche perché grazie alla mia partner che conosce alla perfezione il russo, mi sento sicuro e pronto ad arrivare il piu’ lontano possibile.
Giunti ad Ufa capitale della repubblica autonoma del Bashkortostan ci rechiamo alla ricerca di un albergo, ma i pochi che ci sono pretendono delle cifre spropositate che non abbiamo trovato neanche a Mosca. Stabiliamo di continuare malgrado stia facendo buio e a sera tardi a causa del fuso orario 4 ore in piu’ rispetto all’Italia, troviamo un motel dove non esitiamo a fermarci per dormire. Qui che stabiliamo di rientrare in Moldova, perché il tempo sta nuovamente peggiorando cosi anche la rete stradale abbiamo macinato moltissimi chilometri si rientra.
L’indomani ci fermiamo a pranzare a Samara ma la visitiamo in moto perchè non ci interessa è molto caotica. Dopo un caffè proseguiamo fino al tramonto e passiamo la notte in una dimora situata lungo il percorso: è molto economica e dobbiamo adattarci a dormire su dei divani.
Notiamo in serata enormi tir che percorrono la strada verso le citta’ più grandi.

La tappa successiva è Voronezh , dopo 15 ore di estenuante viaggio, sostiamo in un piccolo albergo economico.
Al mattino, molto presto ci svegliamo, infatti dobbiamo attraversare il confine e tutta l’Ucraina. Arrivati al confine iniziano questioni: non abbiamo tutte le registrazioni degli alberghi e cosi la polizia doganale russa ci trattiene oltre un’ora per dare e avere spiegazioni. E’ ancora Silvia che chiarisce tutto finchè possiamo ripartire senza pagare nessuna sanzione. Stressati, innervositi cerchiamo di recuperare il tempo perduto. La temperatura è nuovamente alta e viaggiamo per 15 ore giungendo a Carpineni (Moldova) in tarda serata. Il 16 agosto, con comodità, partiamo dalla Moldova attraversiamo la Transilvania in tutto il suo splendore, Ungheria e Austria, in quest’ultima troviamo temporali ma tutto va bene. Il 18 siamo in Italia e ci fermiamo Tarvisio.
Il 19 mattina partiamo per essere nelle prime ore del pomeriggio a Roma. Abbiamo percorso nella sola Russia oltre 9000km per un totale di oltre 15000 nell’intera vacanza.
Un grazie a tutti gli sponsor che mi hanno sostenuto in questo viaggio.
Bergamaschi, Bertoni, castrol ,autocarrozzeria Sosio, Dunlop, nissin d.i.d. k&n Tucano Urbano, Shoei, Tecnorace shark.

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