Viaggi in Europa

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La Sardegna è una splendida isola che va conosciuta anche nei mesi più freddi. Il nostro viaggio, da Cagliari fino a Carlo Forte, ci porta anche alla riscoperta delle gustose specialità sarde.

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Tipologia viaggio: 
2

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La Sardegna regala ai suoi visitatori emozioni che sono difficili da descrivere, ma che possono essere provate immergendosi  in una terra anticha che ha plagiato la cultura di tutta l’isola. Da Cagliari, raggiunta dal “continente” in traghetto da Genova o Livorno, comincia il nostro viaggio. Fondata dai fenici nel VI secolo a.C. subì la vera e propria urbanizzazione negli anni ’60; la vecchia città rimane compresa fra le acque del porto e le stradine del quartiere Marina. Ma è nel quartiere Castello si conservano i monumenti più preziosi di Cagliari: la chiesa della Purissima, di stile gotico-catalano, e le due torri, quella dell’Elefante del 137 e la torre di S.Pancrazio del 1305; inoltre sulla Piazza Palazzo, è ubicata la cattedrale di S.Maria oltre che l’ex palazzo reale.

La strada provinciale che conduce a Capo Teulada, regala paesaggi straordinari  dello stagno di Santa Giulia e delle saline di Macchiareddu popolati da fenicotteri rosa; le bellezze di tali spettacoli però non devono distogliere la nostra attenzione dalla guida e non far calare la prudenza sulla strada non certo semplice, poiché anche se la Sardegna vanta del più basso tasso di criminalità, ha invece una percentuale elevata d’incidenti stradali. Per un ottimo ristoro è possibile fermarsi alla Città Mercato, dove si può fare rifornimento di cibo per un possibile pic-nic. Poiché la Sardegna offre giornate gradevoli fino a dicembre, si consiglia di portare muta e scarpette di gomma per un tardivo tuffo in mare alla ricerca dei ricci particolarmente frequenti in questa stagione; naturalmente immancabile deve essere, nello zaino, anche la fotocamera che immortalerà le immagini di una Sardegna davvero incantevole.

La prossima tappa Porto Columbu, che si affaccia sul meraviglioso mare del Golfo degli Angeli, è

Così chiamata per l’anticha abitudine che avevano i suoi abitanti di cacciare colombi per cucinarli allo spiedo; da qui si può fare un salto allo spaccio, circa 200m lontano dal porto, “Da  Benedetto” che è anche una rustica pizzeria. Alle spalle di  Porto Columbu, possiamo ammirare le maestose montagne ricche di macchia mediterranea dalle quali è possibile arrivare all’Oasi naturale del WWF collocata sul Monte Arcosu. Continuando verso Pula e arrivati all’altezza di Fruttidoro scoviamo un ristorante che è degno di  una sosta, meglio se di sera: “Sa Cardiga e su Schironi”vale a dire la griglia e lo spiedo, dove possiamo gustare paté di pecorino. Spaghetti ai frutti di mare e molte altre leccornie. Alla periferia di Pula, poi, è collocata la chiesetta del patrono della cittadina Sant’Efisio, una visita la merita anche Santa Margherita che è la zona balneare di Pula e che è un perfetto connubio tra architettura turistica e natura. Le spiagge di Pula sono molto rinomate per la loro bellezza. Inoltre Pula è famosissima perché conserva le rovine della maestosa città di Nora, primo centro fenicio dell'isola, rimasto sepolto fino al 1952; stupendo anzi magnifico è l’anfiteatro che si è conservato bene negli anni e che nella stagione estiva ospita eventi teatrali.

Prima di ripartire possiamo, volendo, pernottare presso l’Hotel  Baia di Nora. Continuando poi verso Teulada si scorge una spiaggia davvero affascinante chiamata “Teurredda” ossia La Torretta, nel cui mare sorge un isolotto raggiungibile quasi a piedi poiché la profondità massima delle acque in alcuni punti è di due metri e mezzo.  Arrivati a Teulada una strada bianca in buone condizioni riporta su una collina dove troviamo l’agriturismo “Matteu”, dove si può degustare il famosissimo porcellino e formaggi pecorini, tra cui quello di  Tertenia che è metà di pecora e metà di capra, non salato.

Giungiamo poi sull’isola di Sant’Antioco, che in realtà non è più una vera isola poiché durante il periodo del fascismo è stata unita alla costa con una strada. Qui non bisogna assolutamente perdersi il “Tophet”, luogo sacro e di sepoltura, la Necropoli Punica, e la Parrocchiale. Questa zona della Sardegna è molto diversa da quella del nord perché è ricca di verde, infatti, è possibile scovare qualche banano fruttifero. Infine continuando  in direzione Porto Vesne giungiamo all’imbarco verso l’isola di San Pietro, dove, in circa 20 minuti, un traghetto ci porta a Carlo Forte dove vi sono i discendenti dei pescatori di corallo liguri, questa è un’isola che è caratteristica per la sua cultura e la sua lingua. Per salutare la Sardegna  e dunque terminare il nostro viaggio ammiriamo da lontano l’isola privata di Piana, su cui vi sono i resti di una grande tonnara, e che solo pochi fortunati hanno il privilegio di visitare.

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Presentiamo un interessante tour in Trentino Alto Adige che parte e si conclude a Bolzano. Tra gli stupendi altopiani prealpini, vigneti a pergola e paesini dall'anima medievale

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2

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Bolzano via del Brennero, che dal Medioevo fu la maggiore via di scambio tra l'Italia e i paesi tedeschi, porta visibili i segni dello scontro-incontro tra culture differenti. Segni che hanno stilato la sua storia. Per chi arriva da nord, è l'ingresso oltre il quale si entra nel mondo latino. Il nostro viaggio comincia proprio qui e si incanala verso San Genesio, non senza aver fatto una breve visita nella parte più antica della città, che ha il suo cuore in piazza delle Erbe con le sue dinamiche bancarelle. A destra, si apre via dei Portici costeggiata da caratteristici edifici gotici con facciate variopinte e le originali finestre sporgenti che sono chiamate "Erker". All'imbocco della via troviamo la fontana di Nettuno, opera settecentesca di Georg Mayr. Nel nucleo più antico di Bolzano sembrano echeggiare ancora i suoni delle botteghe artigiane, che ormai si sono tramutate in negozi, pur preservandone la struttura originale. Prima di abbandonare la città, è consigliabile recarsi nella parte dove, oltre l'Isarco, si trova una ripida viuzza che sale a Virgolo, costone roccioso dove si trova un belvedere che si affaccia sulla conca rigata da tre fiumi. Solo sei chilometri dividono la città da San Genesio Atesino, l'altopiano del Salto al quale fanno da scenario le Dolomiti, immerso nella natura specifica del luogo, con le sue antiche locande che vale la pena di vedere. Il paese sorge tra i pascoli, a 1087 metri di altitudine. Una piacevole deviazione è rappresentata da un'escursione su strada percorribile fino a Campitello, un caratteristico maso alpino con fantastica vista sul Catinaccio e la Cima d'Asta, il Cimon della Pala, il Corvo Bianco e il Corvo Nero. Poco discosto ecco Terlano, che si tocca attraverso un tratto della Valle dell'Adige verso Merano. Sdraiata tra i vigneti a pergola, la città salvaguarda un grandioso ciclo di affreschi. La strada che si inserisce nella morfologia anomala del terreno passa fra piccoli centri come Meltina e Avelengo, per arrivare finalmente a Merano, da più un secolo tappa termale e climatica. La città occupa il bacino che alla confluenza del torrente Passirio nell'Adige contrassegna l'uscita della Valle Venosta. La sua anima medioevale ci accompagna al Castello Principesco e, lungo la particolare via dei Portici, al Duomo di San Nicolò. Tra la riva sinistra del Passirio e i due quartieri di Maia alta e Maia Bassa si giunge alla zona più moderna del centro abitato, dove fra raffinati palazzi neoclassici e liberty risaltano le Terme. Poco fuori città la panoramica passeggiata Tappeiner conduce a Quarazze, la porzione che custodisce la pregiata chiesa di San Pietro, con affreschi dell'XI secolo. La popolarità di Merano risale alla metà dell'800 quando i nobili d'Europa si sono avvicendati in frequenti soggiorni. Prima di allora Merano è stata una cittadina di provincia chiamata con disprezzo la "città delle vacche" per le mandrie di mucche che passavano sotto i portici. Sulla strada del ritorno verso Bolzano, ci si trova nel territorio che abbraccia Lana e l'altopiano prealpino di Tésimo (Tisens) con i suoi castelli e le sue chiese. Lana ha una delle opere d'arte più importanti del Tirolo, il famoso Altare di Hans Schnatterpeck. Il paese è immerso in uno scenario di frutteti che, principalmente in primavera, si incastra in quel mare di fiori che avvolge l'intera valle dell'Adige, da Bolzano a Merano, offrendo uno spettacolo davvero divino. A Lana di Sopra, poi, vale la pena una rapida deviazione, che guida alla stazione della funivia per Monte San Vigilio. Malles, in Val Venosta, si propone al visitatore con i tipici profili dei campanili romanici e gotici e del mastio cilindrico di castel Fròhlich. Nel paese la chiesa di San Benedetto (IX sec.) custodisce il più importante ciclo di affreschi carolingi d'Europa. La struttura del fondovalle si differenzia da tutte le altre valli altotesine: è un'alternanza di grandissimi piani inclinati non allineati. Ne sono cagione i popolari coni di deiezione, possenti masse di pietrisco che finiscono giù dalle ripide vallette rovesciandosi sotto forma di smottamenti nell'ampia valle maggiore, dove si aprono a ventaglio e prendono la forma di semicono o di tre quarti di cono. Indirizzandoci verso Bolzano, procediamo da Appiano sulla Strada del Vino, che sorge ai piedi della bastionata rocciosa del Penegal-Macaion fra prosperi vigneti e frutteti. E giunti a Bolzano, prima di tornare a casa, sarà una letizia per gli occhi e per il palato sporgersi alla vetrina di un fornaio dove sono mostrate ceste di vimini contenenti infiniti sapori, in una miscela di farine di grano saraceno e integrale, semi di papavero, semi di mocchio, spezie, lino, anice, avena e miglio.

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Tra natura e disastro ambientale: l'azzurro del mare in contrasto con la rugine di un relitto navale

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Appena fuori dal Parco Nazionale del Gargano si possono trovare luoghi unici da esplorare. Stiamo parlando del mare e del lago di Lesina separati tra loro da un sottile lembo di terra di soli 300 metri.
Giunti a Lesina Marina, luogo di villeggiatura estiva, proseguendo per il bosco Isola ci prepariamo ad attraversare la "lingua" di terra caratterizzata dalla macchia mediterranea che è predominante in questi luoghi. Il nostro obiettivo è quello di raggiungere un relitto navale, una nave mercantile cinese arenatasi su questa spiaggia nel 1985. Per raggiungere la nave bisogna percorrere un tratto sconnesso e sabbioso, è inutile sottolineare che per affrontare tale percorso è consigliabile una moto da off-road.
Sapersi districare tra un labirinto di sentieri non è cosa facile e anche se i sentieri scorrono tutti paralleli, è necessario avere un minimo di senso di orientamento per non perdersi. Dopo un paio di Km si giunge ad un bivio dove si deve svoltare a sinistra in direzione della spiaggia. Dopo poco (300 metri circa) è consigliabile parcheggiare la moto e proseguire a piedi per non rischiare di rimanere infossati.
Giunti a destinazione si resta sorpresi dal grande contrasto tra la bellezza della natura e il disastro ambientale provocato da questo relitto. Nonostante tutti siano a conoscenza di questa situazione, soprattutto dopo un serivizio di striscia la notizia,(http://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/video.shtml?2905) il relitto navale è ancora li.
Striscia la notizia è riuscita a smuovere qualcosa, ma come spesso accade in Italia tutto viene lasciato a metà.
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Relitto nave
Relitto nave
Relitto nave
Relitto nave
Sentieri tra il lago di Lesina e il mare
Canali di collegamento
Parco della laguna

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